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26 Giugno 2021 - 07:00
Il figlio di Luigi, condannato per l’omicidio di Annalisa Durante, è stato arrestato per estorsione lo scorso 16 maggio
NAPOLI. La malavita di Forcella sta tremando da una settimana, da quando si è sparsa la notizia del pentimento di Salvatore Giuliano “o’ russ”, figlio di Luigi “’o russ” nonché nipote di Luigi Giuliano detto “Lovegino”, storico boss della famiglia.
La voce, molto insistente nel quartiere, ha provocato l’allontanamento dalla zona di diverse persone che evidentemente temono qualcosa dalle dichiarazioni del 36enne. Il quale, arrestato per estorsione lo scorso 16 maggio dalla polizia insieme con 3 complici dello stesso clan, era stato scarcerato un anno fa dopo aver scontato la condanna per l’omicidio di Annalisa Durante, nel 2002.
Aveva evitato l’ergastolo perché sostenne di aver sparato per difendersi da un agguato dei Mazzarella. Circostanza risultata vera.
I passi di Salvatore “’o russ” da aspirante collaboratore di giustizia sarebbero stati quelli soliti: la richiesta di parlare con un pm della Dda, il trasferimento dal carcere di Secondigliano a un’altra struttura penitenziaria, la revoca del precedente avvocato e l’allontanamento da Napoli dei familiari che hanno accettato il programma di protezione: alcuni, non tutti, secondo quanto si racconta a Forcella, sarebbero già partiti per una località segreta.
La decisione del rampollo dei Giuliano, se la confermerà, apre scenari nuovi, al momento però inimmaginabili. Anche perché pure in seguito ai clamorosi pentimenti degli zii (“Lovegino” e i fratelli) il clan è risorto con le generazioni successive al punto da riconquistare il controllo delle attività illecite attraverso l’alleanza con i Sibillo.
Nacque, nel 2013, la “paranza dei bambini”, chiamata così proprio per la giovane età dei componenti dell’organizzazione. malavitosa. Salvatore Giuliano è finito in manette il 16 maggio scorso nel corso di un’operazione della Squadra mobile della questura.
“Devi pagare noi, non il proprietario”: un “pizzo” anomalo, chiesto con la prepotenza tipica della camorra e ottenuto, su un appartamento che molti anni fa era dei Giuliano e ora è abitato da cittadini stranieri, uno dei quali denunciò l’accaduto.
Ma i 4 affiliati allo storico clan di Forcella si mostrarono improvvidi, entrando in azione quasi sotto gli occhi dei poliziotti napoletani che ben li conoscono e li tenevano nel mirino.
Così Salvatore Giuliano, Cristiano Giuliano , Antonio Morra e Giuliano Cedola, rispettivamente di 36, 27, 32 e 30 anni, sono finiti nelle braccia degli investigatori e in carcere con l’accusa di estorsione aggravata dal metodo mafioso.
Erano circa le 18 quando Salvatore “’o russ”, il cugino Cristiano Giuliano (figlio di Ciro “‘o barone”), Antonio Morra e Giuliano Cedola “’a polpetta” furono dai poliziotti della Squadra mobile della questura e dai colleghi della squadra giudiziaria del commissariato Vicaria Mercato.
Gli affiliati al clan erano entrati nello stabile contrassegnato dal civico 7 di vico Pace, nel cuore dello storico quartiere del centro storico, senza immaginare di essere pedinati dagli investigatori. denaro.
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