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27 Giugno 2021 - 06:00
CAMORRA Il 36enne, in carcere per estorsione, già interrogato dal pm antimafia. Verso nuovi scenari a Forcella tra allontanamenti volontari ed espansioni di clan
NAPOLI. Otto giorni fa si è chiusa un’altra pagina del tormentato libro scritto dal clan Giuliano, che racchiude la storia, tra alti e bassi, della famiglia di Forcella che fu protagonista della rivolta collettiva contro Raffaele Cutolo “’o professore”. Con il pentimento del nipote di Luigi detto “Lovegino”, il boss dagli occhi di ghiaccio, il gruppo di malavita subisce un nuovo mezzo stop. “’O russ”, com’è soprannominato Salvatore Giuliano, aveva preso in mano le redini del clan in tandem con un cugino forte del prestigio criminale di chi trascorre in carcere quasi 20 anni ininterrottamente. Ma proprio la prospettiva di trascorrere rinchiuso in una cella altri 6- 7, con una condanna pressoché certa per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso, ha avuto l’effetto di un terremoto nella psiche del 36enne. Ha gettato la spugna dicendo basta a una vita sempre con in pericolo (di essere ucciso o di finire in galera) e ha chiesto di parlare con un pm della procura antimafia. In questa prima settimana da pentito già avrebbe riempito diversi verbali d’interrogatorio. Lo scenario che si apre ora a Forcella, a parte l’allontanamento volontario dal quartiere di molte persone che temono le sue dichiarazioni, è denso di incognite. L’ipotesi più probabile che il clan si assesti abbastanza in fretta e reagisca al colpo subito con ancora più arroganza e violenza. L’altra è che ne approfittino i rivali di sempre, i Mazzarella, negli ultimi mesi tornati un po’ in ombra proprio per il ritorno in zona di due esponenti della storica famiglia. Infatti la decisione di Salvatore “’o russ” (figlio di Luigi “’o russ” e non di Luigi “Zecchetella”) è arrivata come un fulmine a ciel sereno e ora deve essere assorbita negli ambienti malavitosi del quartiere. Salvatore Giuliano è finito in manette il 16 maggio scorso nel corso di un’operazione della Squadra mobile della questura. “Devi pagare noi, non il proprietario”: un “pizzo” anomalo, chiesto con la prepotenza tipica della camorra e ottenuto, su un appartamento che molti anni fa era dei Giuliano e ora è abitato da cittadini stranieri, uno dei quali denunciò l’accaduto. Ma i 4 affiliati allo storico clan di Forcella si mostrarono improvvidi, entrando in azione quasi sotto gli occhi dei poliziotti napoletani che ben li conoscono e li tenevano nel mirino. Così Salvatore Giuliano, Cristiano Giuliano , Antonio Morra e Giuliano Cedola, rispettivamente di 36, 27, 32 e 30 anni, sono finiti nelle braccia degli investigatori e in carcere con l’accusa di estorsione aggravata dal metodo mafioso. Erano circa le 18 quando Salvatore “’o russ”, il cugino Cristiano Giuliano (figlio di Ciro “‘o barone”), Antonio Morra e Giuliano Cedola “’a polpetta” furono arrestati dai poliziotti della Squadra mobile della questura e dai colleghi della squadra giudiziaria del commissariato Vicaria Mercato. Gli affiliati al clan erano entrati nello stabile contrassegnato dal civico 7 di vico Pace, nel cuore dello storico quartiere del centro storico, senza immaginare di essere pedinati dagli investigatori.
in foto: Salvatore Giuliano “’o russ”
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