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27 Giugno 2021 - 06:15
CAMORRAEcco il brand del clan Abbinante per differenziarsi dagli altri gruppi malavitosi. “AB17”: emoticon di bombe e scritte simboleggianti la morte
NAPOLI. Il clan Abbinante aveva ideato un proprio brand, composto da più loghi per una rapida identificazione e differenziazione da altri gruppi camorristici. Mutuando il concetto commerciale aveva creato nomi, simboli o una combinazione di essi per lanciarli sia sul territorio che sui social. Il più comune è “AB” cui si affianca il numero 17 collegato ad Arcangelo Abbinante, cugino omonimo di uno degli indagati nell’inchiesta che ha riportato in carcere la scorsa settimana il boss “Coccio ‘e pignata”. Arcangelo infatti è nato il 17 novembre 1990. La scoperta è avvenuta il 15 ottobre 2020, quando è stato arrestato Salvatore Iorio detto “Scioghino” mentre trasportava 31 chili di hashish. Una volta ammanettato il giovane, davanti alle forze dell’ordine e ai curiosi accorsi in via Anna Magnani a Scampia, mostrò con orgoglio il tatuaggio che aveva sullo stinco sinistro, sollevandosi il pantalone che lo ricopriva: il numero “17” a caratteri cubitali, circa 15 per 10 centimetri, con la lettera “A” stilizzata nella parte alta del numero “1”. Lui stesso ammise che il riferimento era ad Arcangelo Abbinante, uno dei reggenti del clan nel periodo in cui 32enne si era fatto incidere il “tattoo”. Da un’analisi informatica di tipo “Open source intelligence” su Instagram è emerso che sul profilo riferibile ad Antonio Esposito “’o gelato” (il figlio del ras Giovanni “’o morto” arrestato la scorsa settimana per il tentato omicidio progettato e non attuato di Luigi Rignante) gli investigatori hanno visto immagini emblematiche. In sostanza la simbologia “A17”, “AB17” o semplicemente “AB” è sempre riferibile al clan Abbinante. Lo stesso Esposito in un video postato sempre sul popolare social, durante una serata in discoteca, profferiva testualmente: “Abbinante! Abbinante non si ferma!”. C’è di più, secondo la Dda che ha coordinato l’inchiesta e la Squadra mobile della questura di Napoli che ha condotto le indagini. Nelle foto postate va posta attenzione ai simboli: in una di esse la scritta “AB17” è racchiusa tra emoticon raffiguranti delle bombe, inneggianti ad Arcangelo Abbinante e per estensione all’intero clan. In un’altra fotografia si vedono 3 bandiere “Jolly Roger”, simbologia strettamente connessa con il concetto della morte. In un’altra ancora la sillaba “AB”, emblema degli affiliati, è preceduta dalla scritta “fate i bravi qua”. Ancora: un murales su cui c’è scritto: “Tanto prima o poi morirete tutti”, riferito ai nemici di camorra. E infine: “L’inferno è vuoto, tutti diavoli sono qui”, frase aggiunta da Antonio Esposito al centro del collage di fotogrammi in cui compaiono Arcangelo Abbinante, Giovanni Carriello detto “’o brigante”, Giovanni Esposito e Salvatore Baldassarre, tutti esponenti di primo piano del clan di Scampia.
In foto: _ Il brand e i simboli adottati dagli affiliati al clan Abbinante
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