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Vomero, Sos per il cinema Acacia: non deve chiudere

Vomero, Sos per il cinema Acacia: non deve chiudere

NAPOLI. Dopo la fine del coprifuoco a Napoli e l’apertura di tre delle quattro sale cinematografiche ancora presenti sul territorio della municipalità 5, che comprende i quartieri del Vomero e dell’Arenella, si ripropongono in questi giorni le preoccupazioni per il perdurare della chiusura di un’altra storica sala partenopea: il cinemateatro Acacia, già alla ribalta delle cronache nei mesi scorsi, dopo una serie d’interventi tesi a conoscerne il destino. Il timore è che vi possa essere un’altra illustre vittima tra le poche strutture culturali e di socializzazione rimaste a disposizione dei circa 120mila residenti della municipalità collinare. Negli ultimi tempi infatti vanno intensificandosi le voci sulla possibilità di una diversa destinazione della struttura di via Tarantino, posta nel cuore dell’area collinare.

A tornare ancora una volta sulla vicenda è Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, impegnato da anni nella riscoperta e nella valorizzazione delle tradizioni e della cultura anahc e e soprattutto attraverso le strutture presenti sulla collina della città, il quale ha tentato anche di connettersi con la pagina internet dell’Acacia per ottenere notizie al riguardo trovandosi però di fronte a uno schermo completamente bianco.

«Il Vomero - puntualizza Capodanno – è stato da sempre considerato, a giusta ragione, la “cinecittà di Napoli” visto che agli inizi del novecento proprio nel quartiere collinare si trovavano due stabilimenti di produzione cinematografica. La “Partenope film” fondata nel 1910 da Roberto Troncone in via Solimena e la “Lombardo Film”, rilevata da Gustavo Lombardo e da cui sarebbe poi nata la “Titanus”, in via Cimarosa 186. In seguito videro la luce numerose sale cinematografiche a partire dalla prima, l’Ideal, aperta in via Scarlatti nel 1913. Oggi, al posto di quella bellissima sala che i vecchi vomeresi ricordano ancora, si trova il megastore Zara».

Agli inizi degli anni ‘60, nell’ambito della sola municipalità collinare, si contavano ben dieci sale cinematografiche. Di queste, negli ultimi anni, hanno chiuso i battenti la metà. Oltre al già ricordato cinema Ideal, sono scomparsi l’Ariston in via Morghen, sostituito da una banca, il Colibrì in via de Mura, sostituito da un club fitness, il Bernini, sostituito da un negozio di abbigliamento per bambini, l’Abadir, già Orchidea, in via Paisiello, dove attualmente c’è un supermercato e, ultimo in ordine di tempo, il cinema Arcobaleno. Anche in questo ultimo caso Capodanno ha tentato dispeatamente, attraverso petizioni e interventi, di aiutare a trovare un’alternativa all chiusura del cinema, purtroppo senza riscontri.

Adesso lancia un nuovo pressante appello alle autorità competenti, per una mobilitazione che coinvolga associazioni, comitati, partiti politici, sindacati, rappresentanti della cultura e dello spettacolo, affinché uno dei simboli storici della cultura e dello spettacolo partenopeo come l’Acacia non scompaia. Nel contempo lo stesso Capodanno sollecita l’intervento del Ministero della cultura, della Regione Campania e del Comune di Napoli affinché vengano messe in campo iniziative, di rispettiva competenza, tese a salvaguardare la destinazione d’uso del cinema-teatro Acacia con la sua riapertura. Iniziative che non è stato possibile adottare per le altre sale evidentemente visto che la fine era già segnata.

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