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La quiete dopo la tempesta

La quiete dopo la tempesta

Tregua dopo l’omicidio di Antonio Volpe, si teme una ripresa della guerra a settembre

NAPOLI. Le “stese” sono cessate e un accordo per una tregua, non si sa se duratura, sarebbe stato trovato in seno alla camorra di Fuorigrotta. Ma gli investigatori anticamorra non si fidano e, dopo aver anche raccolto voci confidenziali secondo cui non è escluso che prima o poi Antonio Volpe sarà vendicato, l’attenzione sul quartiere flegreo resta a livelli alti. L’omicidio di un personaggio come il 77enne ucciso, parente e amico dei Bianco e dei Baratto, non è un evento che può essere dimenticato facilmente. Intanto le indagini per risalire a mandanti ed esecutori sarebbero a buon punto, anche se non ancora vicine alla soluzione. Ma i killer di Antonio Volpe probabilmente hanno commesso un errore che potrebbe costare loro caro. Si sono disfatti della pistola utilizzata per uccidere il 77enne ras di via Leopardi, scambiando un giardino privato per un terreno pubblico.

E così hanno sotterrato una “Walter P38” calibro 9, con il caricatore vuoto, nella proprietà di un uomo che abita in via Brigata Bologna, nella zona dell’ex sferisterio. Il quale, incensurato e dotato di senso civico, l’ha trovata casualmente e si è presentato al commissariato San Paolo, indicando ai poliziotti guidati dal dirigente Paolo Esposito il luogo preciso. Tutto vero e nessun dubbio sulla genuinità del racconto. Il sequestro della pistola potrebbe, nel caso in cui l’esecutore materiale del delitto abbia lasciato impronte, rappresentare la svolta nelle indagini condotte dai carabinieri di Bagnoli e del nucleo investigativo del comando provinciale, affiancati dai poliziotti di San Paolo. Con gli investigatori che già da giorni stanno verificando la notizia, appresa in via confidenziale, secondo cui un esponente di un clan avverso ai Cesi, cui era legato Volpe, si trovava in via Leopardi la sera dell’agguato: circostanza che può significare tutto o niente. Le immagini delle telecamere di alcuni negozi sono state acquisite e vagliate attentamente alla ricerca di riscontri che non lascino dubbi, ma in ogni caso è possibile che l’eventuale presenza fosse solo una coincidenza.

Per questo negli ambienti investigativi si seguono anche diverse piste, tra cui i contrasti pregressi tra i Troncone, i Cesi (incui avrebbe avuto negli ultimi anni un ruolo di rilievo Antonio Volpe) e gli Iadonisi del rione Lauro. Un uomo si presentò presso gli uffici del commissariato San Paolo e ha raccontato di aver trovato una pistola nel giardino della sua abitazione in via Brigata Bologna. I poliziotti si sono messi subito in moto e giunti sul posto hanno riscontrato la denuncia sequestrando la pistola in perfetta efficienza: una “Walther P38” calibro 9 con matricola cancellata e priva di caricatore

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