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30 Giugno 2021 - 06:00
ACERRA. Blitz anticamorra nella notte. In manette diversi personaggi del malaffare di Acerra e pomiglianese, che erano riusciti ad organizzare una fiorente attività di spaccio di ogni tipo di sostanza stupefacente. Oltre ad Acerra, i carabinieri del nucleo investigativo del Gruppo di Castello di Cisterna hanno eseguito misure cautelari tra le province di Napoli, Benevento, Caserta e Milano. Secondo gli inquirenti della Dda, gli attuali arrestati - per i quali comunque ed in ogni modo vale la presunzione d’innocenza fino a condanna definitiva passata in giudicato - gestivano una lucrosa piazza di spaccio locale. La sostanza stupefacente veniva chiamata “Pasta e Cavoli”. Quattordici le misure cautelari in carcere, 1 agli arresti domiciliari e 2 di obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria: totale 17. A vario titolo, le accuse vanno dal “favoreggiamento personale aggravato dal metodo e dalle finalità mafiose” “all’associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti” e “detenzione abusiva di armi comuni e da guerra”. Insomma un ver e proprio “mixage” di accuse pesanti. L’indagine arriva all’epilogo ben cinque anni dopo l’avvio delle prime attività investigative, avviate subito dopo l’arresto di Salvatore Calabria, alias “Tor Paulott ”, un colonello di ferro del clan di Mario De Sena, condannato con sentenza passata in giudicato all’ergastolo per l’omicidio di Giovanni Sodano meglio noto con il soprannome di “Giovanni ’o Ciucciar”, ucciso nella centralissima piazza del Castello, sotto gli occhi atterriti e basiti di decine di testimoni oculari, che subito dopo il feroce assassinio, sparirono nel nulla, lasciando una piazza deserta con il corpo forato da decine di pallottole partire da un mitra calibro 9 parabellum. Le indagini partite dall'arresto di Salvatore Calabria nel 2015. A condurla sono stati i Ccarabinieri del ACERRA. Sembra essersi sfiorata una cruenta guerra di camorra, per il predominio delle piazze di spaccio di Acerra e Pomigliano D’Arco. La ricostruzione della mancata guerra è stata possibile grazie alle centinaia di intercettazioni riportate nella voluminosa ordinanza cautelare. Ovviamente un notevole apporto alle indagini è stato fornito da almeno tre collaboratori di giustizia, tutti forniti della patente di pentito d’eccellenza. Il primo a parlare del nuovo gruppo acerrano dedito allo spaccio è Impero De Falco, alias “’o Ciomm”, che nel corso degli interrogatori del 6 settembre del 2016 e del 10 ottobre dello stesso anno, indica Ciro Affinito (nella foto in basso) meglio noto con il soprannome di “Ciruzz Nas ’e Cane”, l’uomo che per suo conto ed in alleanza con il nuovo cartello criminale acerrano, gestiva una piazza di spaccio nel rione “Congo” con collegamento con quella di Piazza San Pietro di Acerra. A conferma, arrivano le dichiarazioni di Gaetano Castaldo, meglio noto con l’alias “Aitan ’o Barbier”, reo confesso dell’omicidio di Caruso Adalberto alias “Ignazio ’o mbchera”, ucciso nella centralissima Piazza San Pietro con un colpo alla nuca, per vicende del tutto lontano dal mondo criminale. A chiudere definitivamente il cerchio è stato poi Vincenzo Topo, un personaggio di secondo piano del malaffare acerrano, operativo nel vicino comune di Caivano, il quale nel corso dell’interrogatorio del 18 settembre del 2019 ha indicato, anACERRA. È stata dura ma alla fine gli investigatori di Castello di Cisterna sono riusciti ad incastrare il puzzle. Per mesi la quasi totalità delle utenze telefoniche intercettate ed in uso agli attuali indagati, sono risultate intestate a cittadini extracomunitari (completamente estranei alle vicende giudiziarie). Un modo apparentemente semplice per eludere le indagini, ma che alla fine è servito a poco visto che è bastato “analizzare” le voci per dare un volto ed un nome ai reali utilizzatori, che forse, grazie alla connivenza di spregiudicati titolari di telefonia, hanno sempre sperato di farla franca. Poiché prima o poi tutti i nodi vengono al pettine, gli accertamenti tecnici hanno permesso di identificare gli effettivi e reali utilizzatori dei telefoni monitorati. Per lo più quasi tutti sono “pesci-piccoli”, abituati a barcamenarsi tra situazioni bord-line per sbarcare il lunario. Il primo a pagare il conto è stato proprio Salvatore Calabria, che per diversi mesi era riuscito a portare avanti i suoi affari mantenendo sempre contatto stretto oltre che con i suoi familiari, con chi lo proteggeva, certamente in cambio di soldi. In ogni modo, seppure nel corso degli anni tante cose sono cambiate, è forte l’impressione che nulla è cambiato nel reticolato del malaffare acerrano. Si sono usati metodi “primitivi” per portare avanti i loro “affaire”, senza mai riuscire a fare quel salto di qualità per trasformare quella vecchi e obsoleta camorra stracciona, in una camorra imprenditoriale che punta agli affari a nove zero. NIPA LUNGHE E PAZIENTI INTERCETTAZIONI DEGLI INVESTIGATORI PER RISALIRE A “VOCI” ORMAI DIVENUTE BEN NOTE Molti “pesci piccoli”, perdente la tecnica delle schede telefoniche ai migranti 23 MERCOLEDÌ 30 giugno 2021 www.ilroma.net AREA NORD AREA NORD Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna sotto la direzione della Dda di Napoli. prime mosse vennero avviate subito dopo il pericoloso esponente della mala acerrana, Salvatore Calabria, prima della sentenza definitiva di condanna fece perdere le proprie tracce, protetto da una serie di fiancheggiatori, che oltre a custodirlo, si preoccupavano anche delle primarie esigenze. L’arresto venne operato nel centro di Roma mentre Calabria era seduto al tavolo di un bar con i suoi custodi. Da allora l’indagine è entrata nel vivo e grazie alle innumerevoli intercettazioni è emersa l’identità di personaggi del malaffare locale, che nel corso degli anni da gregari di secondo livello o solo autisti hanno sfiorato la poltrona del comando.
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