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Sangue a Secondigliano, gambizzato il re dei panini

Sangue a Secondigliano, gambizzato il re dei panini

Agguato nel corso del quartiere, i due banditi avrebbero preteso il Rolex

NAPOLI. Stava davanti alla paninoteca-pub che gestisce in corso Secondigliano, “Le delizie del grano”, e parlava in piedi con un amico quando gli si sono parati contro due uomini in sella a uno scooter. Uno è sceso e ha minacciato con una pistola il 33enne Gino Peluso, intimandogli di consegnare il Rolex che aveva al polso. Alla reazione del ristoratore sarebbero partiti i due proiettili che hanno centrato la vittima a entrambe le gambe. Erano le 14 e 30 di ieri e della vicenda si stanno occupando i carabinieri della compagnia Stella, competenti per territorio. Il ferito non è in gravi condizioni e soltanto per precauzione i medici del Cardarelli lo hanno trattenuto in ospedale. Le indagini sono partite immediatamente e non hanno escluso, così come ancora adesso, nessuna delle due ipotesi al momento al vaglio: la vendetta per la reazione della vittima oppure un agguato mascherato da rapina. Ma nulla però spingerebbe in quest’ultima direzione, dato che Gino Peluso è incensurato e non frequenta malavitosi, se non la possibilità che si tratti di un avvertimento di tipo estorsivo.

Il 33enne è proprietario di più di un esercizio nel settore della ristorazione, avendo interessi anche nella commercializzazione e vendita di cornetti. Non avrebbe mai ricevuto minacce e la circostanza, considerando che è degno di fuga, mantiene gli investigatori cauti. Un aiuto ai carabinieri potrebbe arrivare dalle immagini delle telecamere, sia pubbliche che private, di corso Secondigliano: strada centralissima e ricca di negozi. Ma per una rapida identificazioni degli autori del ferimento servirebbero alcuni fattori di difficile combinazione: il pistolero e il complice, poi fuggiti rapidamente, avrebbero dovuto agire a volto scoperto e così non sembra sia successo; i frame dei video dovrebbero essere nitidi al punto da definire i contorni del viso dei responsabili della sparatoria. Sia Gino Peluso che l’amico, o conoscente, in sua compagnia sono stati sentiti e avrebbero raccontare ciò che hanno visto. Ma gli elementi raccolti dagli investigatori per il momento non permettono una risoluzione a tempo di record del caso, che invece potrebbe arrivare in tempi medio-lunghi. Il quesito cui ancora non si può rispondere è semplice: è stato un atto di criminalità comune, come la dinamica e gli elementi oggettivi lascerebbero fin qui pensare, o la criminalità organizzata ha finto una rapina per lanciare un chiaro messaggio nei confronti della vittima.

Per la serie, come a volte succede, prima si mostrano i muscoli e poi si va a bussare a soldi da una posizione di forza. Nella giornata di ieri era circolata una voce, poi smentita con decisione dai carabinieri. Gino Peluso, secondo questa informazione fasulla, farebbe parte dell’antiracket. I militari hanno precisato che non è mai stato iscritto ad alcuna associazione, anche se avrebbe partecipato in passato come spettatore a un convegno sull’argomento. Nulla di strano, trattandosi di una persona onesta, e nulla che possa essere utile alle indagini sulla “gambizzazione”.

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