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Spari contro la concessionaria “Roby Moto”, l’ombra del racket

Spari contro la concessionaria “Roby Moto”, l’ombra del racket

Raid in via Bernardo Cavallino: quattro colpi nelle due vetrate blindate.Il titolare di Marianella ha detto di non aver avuto minacce o richieste

NAPOLI. Quattro colpi in rapida successione che hanno danneggiato, scalfendola, una delle due vetrate blindate della concessionaria “Roby Moto” in via Bernardo Cavallino, all’Arenella. Una chiara intimidazione in chiave racket secondo alcuni investigatori; un messaggio ambiguo e che apre anche ad altre ipotesi secondo altri poliziotti. È successo ieri notte e di certo al momento c’è solo che il proprietario, un imprenditore napoletano di Marianella, ha dichiarato di non avere mai ricevuto minacce di qualsiasi tipo. Cosicché, non essendoci elementi contrari, il punto di partenza delle indagini è proprio questo. IL FATTO. Cominciamo dalla cronaca, che in casi del genere non può che essere scarna. Ad agire sarebbero stati due uomini in sella a uno scooter, che ha rallentato nella curva prima del tratto finale di via Bernardo Cavallino per permettere al passeggero di impugnare una pistola e sparare.

La zona, a poca distanza da un istituto religioso, è poco frequentata di sera perché intorno non vi sono locali. Cosicché i malviventi si sono mossi indisturbati e con una facile bersaglio: le due ampie vetrate dell’elegante concessionaria. L’autore degli spari ne ha scelto una e ha premuto il grilletto almeno 4 volte, come dimostrano le scalfitture riscontrate dai poliziotti della Scientifica accorsi per i rilievi. Le indagini, condotte dai poliziotti del commissariato Arenella guidati dal dirigente Angelo La Manna, sono partite immediatamente. Il proprietario è stato avvertito subito ed è giunto a via Bernardo Cavallino, dove è stato sentito dagli investigatori per i primi accertamenti.

Avrebbe riferito di non aver subito minacce di alcun tipo di minaccia e di non sapere cosa ci sia alla base della sparatoria. In casi del genere, quando si è di fronte a intimidazioni che coinvolgono attività commerciali o imprenditoriali, la prima pista battuta è quella del racket A volte addirittura i malviventi utilizzano una particolare tecnica: prima mostrano i muscoli e poi si presentano alla vittima con una richiesta estorsiva. Ma non possono essere escluse a priori altre ipotesi, fanno notare gli investigatori che hanno acquisito anche le immagini di una telecamera privata. Il Vomero-Arenella è uno dei territori napoletani maggiormente colpiti dalla piaga racket, gareggiando per questo triste primato soltanto con Chiaia. Secondo recenti informative riservate a pagare il “pizzo”, in silenzio e senza denunciare, sarebbero molti commercianti. Una situazione standard prima della pandemia, poi la crisi ha cambiato le cose e sarebbero aumentate le denunce alle forze dell’ordine. Di sicuro il quartiere, abitato dal ceto medio, storicamente ha sempre fatto gola alla camorra.

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