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06 Luglio 2021 - 16:59
Pineta bene comune. Un bel nome per un comitato di quartiere, che sottintende che un luogo collettivo sia un bene che debba essere protetto e tutelato con l’impegno comune dei suoi abitanti. E’ su questi presupposti che il Comitato Pineta bene comune, facendosi portavoce dell’esasperazione causata da una specie di mutazione genetica che ha trasformato un quartiere tranquillo in una “terra di nessuno” dove accade di tutto, decide di intervenire.
Si pensa ad un servizio di sorveglianza privata, pagato in un primo tempo con donazioni e autotassazioni: la sorveglianza esercita un efficace controllo del territorio, ma è necessario un sistema non episodico di contributi: quindi si ricorre al tesseramento. La tessera costa 10 euro.
Il progetto sembra essere condiviso da tanti, ma il tesseramento è lento, insufficiente. Troppi preferiscono godere dei reali benefici senza nessun impegno, nessuna partecipazione, se si esclude la telefonata agli uomini della sicurezza per sollecitarne l’intervento in un determinato luogo del quartiere.
Tutelare il nostro bene comune richiede un più partecipato atteggiamento comune.
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