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07 Luglio 2021 - 07:00
Lugi Calise ruba un’auto alla Sanità, bloccato a Chiaiano: il cugino fu ucciso dai Lo Russo
NAPOLI. Dal rione Sanità a Chiaiano a bordo di una Fiat Cinquecento appena rubata. Una folle corsa che ha portato fino a via Giovanni Antonio Campano Luigi Calise (nella foto), 32enne già noto alle forze dell’ordine e cugino del defunto Giuseppe Calise, ucciso dal clan Lo Russo nel febbraio 2016 perché avrebbe ospitato il nemico Walter Mallo. Le manette sono scattate ieri notte grazie a un intervento dei poliziotti di una Volante del commissariato Scampia, compulsati dalla centrale operativa della questura. Il “sospetto”, che effettivamente aveva commesso il furto, non si è arreso nemmeno quando è stato raggiunto e bloccato. Alla fine però, nulla ha potuto e ora si trova nel carcere di Poggioreale.
Non è considerato legato ad alcun clan. La segnalazione del furto della macchina indicava come luogo via Arena alla Sanità, ma il ladro si era già allontanato ed è cominciata una lunga ricerca che ha impegnato diverse Volanti. Fino a quando gli agenti del commissariato Scampia, hanno intercettato il veicolo in via Nuova dietro la Vigna intimando l’alt al conducente il quale, senza rallentare la propria corsa, ha speronato la vettura dello Stato proseguendo la corsa fino a via Giovanni Antonio Campano . Là, sceso dall'auto, Luigi Calise è stato bloccato dopo una violenta colluttazione con 2 uomini in divisa.
Deve rispondere di rapina impropria, resistenza, lesioni a pubblico ufficiale e danneggiamento di beni della pubblica amministrazione. La Fiat Cinquecento è stata restituita al proprietario. Sul profilo facebook di Luigi Calise c’è in più di un post il ricordo del cugino Giuseppe Calise, che aveva 26 anni quando la camorra ne decretò la morte in un agguato compiuto il 4 febbraio del 2016 nel rione Don Guanella. Due anni dopo la Squadra mobile della questura di Napoli ha arrestato 3 presunti killer, il mandante e un altro esecutore materiale, reo confesso perché pentito, che ha aiutato le forze dell’ordine e i pm a ricostruire la morte violenta del 26enne. In manette finirono (tutti da considerare innocenti fino all’eventuale condanna definitiva) Luigi Cutarelli, Antonio Buono e Vincenzo Carrino. Mandante dell’agguato mortale fu Carlo Lo Russo, ex boss del gruppo soprannominato dei “capitoni” e poi collaboratore di giustizia.Nel commando di fuoco c’era anche Mariano Torre, giovane “gola profonda” del clan, il braccio armato del boss che ha commesso numerosi omicidi perché “plagiato dall’influenza del capoclan”, come spesso ha dichiarato durante gli interrogatori. A raccontare il retroscena dell’omicidio è stato proprio Carlo Lo Russo. «Giuseppe Calise è stato ucciso da Luigi Cutarelli e da Antonio Buono con la filata di Mariano Torre.
Era il periodo in cui facevamo la caccia a Walter Mallo e alla “Patana”, che stavano facendo casino al rione don Guanella. Venne Antonio Buono a dirmi che avevano visto Walter salire a casa di questo ragazzo che chiamavamo Peppino, nel don Guanella. Dissi a Mariano di andare a controllare e aveva avuto conferma che Walter si era appoggiato a casa di questo Peppiniello. Diedi allora l’autorizzazione ad andare al don Guanella per uccidere questo Peppino che avevamo saputo che stava dando appoggio a Walter».
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