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08 Luglio 2021 - 09:04
Stroncato da un arresto cardiaco mentre giocava a calcetto, Andreas muore a 39 anni. Terribile tragedia sull'isola d'Ischia verso le 23.00 allo stadio Don Luigi di Iorio di Barano.
Durante una partita di calcio amatoriale un calciatore è stato colpito da arresto cardiaco e nonostante i soccorsi è deceduto sul terreno di gioco.
A perdere la vita Swen Andreas Trani, di 39 anni, padre di tre figli, residente ad Ischia, per la precisione a Campagnano.
La tragedia è avvenuta durante una partita tra amici
Il giovane Swen, mentre la gara volgeva al termine è finito a terra esanime.
Sul campo tra i partecipanti anche il dott. Pasquale Scannapieco che immediatamente ha provveduto ad effettuare il massaggio cardiaco manualmente.
Sembra che non vi fosse alcun defibrillatore disponibile, mentre i suoi compagni di squadra, nonostante il grande panico, avvertivano il 118.
Sul posto è giunta poco dopo l’autoambulanza con a bordo il dott. Mario Di Meglio, che provvisto di defibrillatore ha cercato di rianimare Swen.
Ma purtroppo tutti i tentavi sono stati vani. Le operazioni sono terminate dopo molto tempo e solo dopo che i medici hanno ritenuto non ci fosse più alcuna possibilità di rianimare il giovane italo-tedesco nato a Dusserldolf, ma residente ad Ischia.
In coma dopo un incidente, a Ischia parte la raccolta fondi
«Aiutiamo Nello a migliorare la sua nuova vita». Questa la raccolta fondi per Nello Verde avviata dalla mamma Loreta e dal papà Francesco. Nello è un ragazzo di 17 anni di Forio solare, semplice, ricco d’amore, buono e soprattutto pronto ad aiutare chiunque nel momento del bisogno. Le sue passioni sono le moto e il judo, quest'ultimo uno sport che gli ha insegnato il rispetto e la disciplina.
Come tutti i suoi coetanei ha il sogno personale nel cassetto: diventare comandante di navi da crociera. Ma dallo scorso 12 novembre la sua vita ha subito uno stop.
«Aiutiamo Nello a migliorare la sua nuova vita»
Una caduta dallo scooter a Forio in località Cavallaro, un soccorso e un volo in elicottero in terra ferma. Così comincia l’incubo dei familiari di Nello. Il terribile incidente con lo scooter ha procurato al giovane foriano un danno cerebrale tale da portarlo in coma. Il primo soccorso viene prestato all’ospedale ‘Anna Rizzoli’ di Lacco Ameno dove viene asportata la milza al ragazzo.
Poi il trasferimento in elicottero all'Ospedale del Mare di Napoli, dove Nello resta in terapia intensiva per 18 lunghi giorni. «Per noi sono attimi terribili, con il cuore a mille e pieni di angoscia per la sorte del nostro amato figlio», raccontano i genitori Francesco e Loreta. «Nello è lì, fragile, solo, così giovane ad affrontare la sua battaglia per la vita grazie all'operato dei clinici, ma lontano dagli affetti per via della pandemia.
Dunque una sofferenza nella sofferenza, difficile da spiegare e da sopportare». Perché oltre la sofferenza legata alle ferite dell’incidente c’è la lontananza. Quella imposta dalle misure sanitarie dell’era Covid. La lontananza imposta dei genitori continua anche successivamente quando Nello, uscito dalla rianimazione, viene trasferito in un centro di neuroriabilitazione a Benevento, «dove anche in questo caso viene negata la possibilità di stare vicino a nostro figlio», spiegano.
«Trascorso un intero mese di totale impotenza, purtroppo la situazione in questo istituto non è delle migliori. A questo punto decidiamo di firmare le dimissioni volontarie contro il parere medico per garantire a Nello le migliori cure possibili nell'Istituto di Montecatone in Emilia Romagna, distante circa 600 km da casa nostra», dicono mamma Loreta e papà Francesco. E qui comincia un nuovo corso.
«L'equipe riabilitativa di questo centro – spiegano - ci permette di stare al fianco di nostro figlio che inizia visibilmente a migliorare. Nel frattempo festeggiamo i suoi 18 anni in clinica. Allo stesso tempo diventiamo consapevoli del fatto che il viaggio che stiamo affrontando all'interno dei disordini della coscienza è lungo, doloroso e ricco d'insidie. Ma Nello è un ragazzo dal carattere tenace e determinato e la sua forza diventa la nostra».
C’è una nuova sfida da vincere e Francesco e Loreta chiedono aiuto a tutti. «Per garantire a nostro figlio la migliore qualità di vita possibile, in futuro sarà necessario oltre all'amore che da sempre lo circonda anche di determinati percorsi di cura molto onerosi: frequentare cliniche specializzate probabilmente anche all'estero, terapie a domicilio, ausili fissi e mobili, etc..». E qui la necessità di una raccolta fondi: «Ed è per questo che attiviamo questo crowdfunding, affinché si possa ricevere l'aiuto da parte di tutti per tentare di migliorare la nuova vita di Nello».
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