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12 Luglio 2021 - 07:00
Tragica lite tra parenti, il fratello: «Non era il cognato del ras Esposito»
NAPOLI. Le indagini sull’assassinio di Alessandro Cristian Amato, ucciso sabato sera a Pozzuoli nell’ambito di uno scontro tra parenti, approdano subito a un primo punto di svolta. I carabinieri hanno fermato con l’accusa di omicidio il 63enne Ciro Iovino, zio di Immacolata Iovino, la moglie della vittima, anch’essa ferita nel corso della sanguinosa lite. Inizia intanto a chiarirsi anche il movente del delitto: le quattro persone ferite e il defunto 46enne sarebbero infatti entrate in contrasto con il parente finito in manette a causa di un contenzioso condominiale che si trascinava ormai da alcuni mesi.
Al centro delle tensioni, in particolare, un’area di sosta vicina alla palazzina nella quale gli Amato vivono e sulla quale uno dei congiunti avrebbe voluto installare un cancello per limitare gli accessi. L’escalation di tensioni è stata inarrestabile, tanto che all’inizio della scorsa settimana, all’apice dell’ennesima discussione, il suocero di Alessandro Cristian Amato, nonché titolare della Caffetteria Vitale, dopo aver litigato con il fratello Ciro viene colto da un infarto che non gli ha lasciato alcuna possibilità di scampo.
L’ultimo atto della vicenda va così in scena nella prima serata di sabato, quando in via Pisciarelli 8, davanti al bar di famiglia, si consuma un nuova, tragica discussione. I toni si accendono ben presto, a un certo punto salta fuori un coltello e alla fine la conta della vittime è pesantissime: Alessandro Cristian Amato, centrato da un fendente al cuore, muore dissanguato dopo pochi minuti. Nell’aggressione rimangono però feriti anche la moglie Immacolata Iovino,
Nadia Iovino, Mafalda Panico e Ciro Iovino, il 63enne che ieri notte è stato poi sottoposto a fermo. Le indagini sul caso sono state affidate ai carabinieri, che, individuato il primo presunto responsabile, stanno adesso cercando di accertare se nell’aggressione siano state coinvolte anche altre persone. Per questo motivo gli investigatori dell’Arma, oltre ad ascoltare tutti i testimoni presenti sulla scena, hanno anche acquisito le immagini registrate dalle telecamere della zona, comprese quelle della caffetteria davanti alla quale è avvenuto il delitto. Alessandro Amato, 46enne incensurato che non aveva mai avuto alcun tipo di problema con la egge, era un volto piuttosto noto nel quartiere: lavorava nello “scasso” di famiglia, nella zona di via Scarfoglio, e tutti lo conoscevano come una persona per bene. Il fratello Davide, cognato del ras di Bagnoli Massimiliano Esposito “’o scognato”, tre anni fa era invece stato arrestato per una rapina di scooter con tanto di pestaggio della vittima. Sul punto, i parenti di Alessandro Cristian Amato affidano al “Roma” un’importante precisazione.
A contattare la nostra redazione è il fratello della vittima, che in una lettera scrive: «Il compianto nonché defunto Alessandro Cristian non è il cognato di Massimiliano Esposito e pertanto vi invitiamo a rettificare l’informazione errata pubblicata, in quanto mio fratello ha perso la vita con una coltellata diretta al cuore dopo averconcluso la sua onestà giornata lavorativa, con il suo impegno profondo di grande persona umile e soprattutto incensurato, in quando non ha mai avuto a che fare con la legge». L’uomo conclude dunque così la missiva: «Credo che i miei genitori e tutti noi meritiamo rispetto. Meritiamo rispetto in quando siamo sgomentati dal dolore che ha colpito la nostra famiglia».
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