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13 Luglio 2021 - 07:00
Il neo pentito Vincenzo Iuorio rivela: «Troppi carcerati, per Antonio Abbinante bisogna tornare a fare affari»
NAPOLI. “Antonio Abbinante ci disse che le guerre erano state fatte per errore, che avevamo troppi carcerati e bisognava fare gli affari. Su queste basi aveva chiarito con gli Amato-Pagano”. Era l’11 novembre 2020 quando Vincenzo Iuorio, allora neo pentito proveniente dalle file dei Sautto-Ciccarelli, raccontò ai pm antimafia ciò che aveva saputo a proposito della fine delle ostilità tra il clan del Monterosa e i ras di Melito e Mugnano. La tregua, poi diventata duratura, fu siglata sulla base della reciproca convenienza e a leggere le dichiarazioni del collaboratore di giustizia, il ras Antonio detto “Cocc e’ pignata” capì l’importanza di non attirare ulteriormente l’attenzione degli investigatori e spinse per un accordo. Ecco altri passaggi dell’interrogatorio, con la consueta premessa che le persone citate devono essere ritenute estranee ai fatti narrati fino a prova contraria. “Con il clan Abbinante avevamo rapporti con il genero di Giovanni Esposito “o’ muort” e i figli di Esposito, per ragioni di cocaina che vendevamo a loro. Scarcerato Antonio abbinante, io, Genny Sautto e Domenico Ciccarelli andammo a casa sua, nel Monte Rosa, nello stesso palazzo di mia zia, tramite Armando Ciccarelli. In quest’incontro Antonio Abbinante ci disse che aveva chiarito con gli Amato-Pagano, che si erano fatte le guerre per errore, che bisognava fare affari”.
La Dda, su indagini dei poliziotti della Squadra mobile, indica nella parte finale del 2018 il periodo in cui fu ricomposta la frattura tra gli Amato-Pagano e gli Abbinante, probabilmente in concomitanza con la scarcerazione di Antonio Abbinante. Scrivono gli inquirenti dell’antimafia: “C’era un chiaro indice di distensione nei rapporti in quel periodo. Dagli atti dei procedimenti contro Claudio Cristiano alias “Bisio” si riscontra un summit di camorra nel Monterosa il 16 febbraio 2018 tra soggetti di Melito, identificati in Edoardo Napoletano, Francesco Siviero, Giuseppe Siviero, Antonio Manna, Davide Siciliano, Claudio Cristiano, Maurizio Grandelli, che incontrarono Arcangelo Abbinante, Francesco Nocera, Andrea Arpino e Salvatore Iorio.
L’accordo con gli Amato-Pagano venne trovato da Antonio Abbinante, probabilmente dopo la scarcerazione del 13 ottobre 2018 e in quell’anno di libertà il clan Abbinante ha rialzato definitivamente la testa aderendo comunque alla pax imposta su Scampia dagli Amato-Pagano”. Il mese scorso gli Abbinante sono saliti alla ribalta della cronaca per l’inchiesta che ha coinvolto Antonio Abbinante, Raffaele Abbinante, Paolo Ciprio, Antonio Esposito e Salvatore Morriale. L’indagine verte sull’associazione camorristica e sul tentato omicidio, mai attuato, di Luigi Rignante, un affiliato accusato di aver intrattenuto una relazione con la moglie di un detenuto del clan. Proprio sulla circostanza che il delitto non è stato consumato si giocherà la battaglia tra accusa e difesa: i pm e la Squadra mobile ritengono che solo per caso non sia stato compiuto il reato mentre presumibilmente gli avvocati degli indagati (tra i quali il penalista Claudio Davino) sosterranno che non può svolgersi un processo alle intenzioni.
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