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Guerriglia dopo la vittoria, fermato il bandito-pistolero

Guerriglia dopo la vittoria, fermato il bandito-pistolero

Marcello Sorrentino è accusato di aver sparato al poliziotto. Il 22enne sarebbe anche l’autore di una rapina di scooter

NAPOLI. Nella notte brava del dopo Italia-Inghilterra in corso Garibaldi è successo di tutto tra rapine, uno speronamento per vendetta, il tentato omicidio di un coraggioso poliziotto intervenuto disarmato per bloccare i malviventi e l’auto ferimento di un 22enne del Borgo Sant’Antonio Abate, che si è sparato a una caviglia nel corso della colluttazione con l’agente. Alla fine in manette è finito Marcello Sorrentino, già noto alle forze dell’ordine ma senza legami con la criminalità organizzata.

In questura ha confessato, dopo che gli investigatori della Squadra Mobile della questura l’avevano identificato e rintracciato. Mancano però all’appello i complici, di cui non ha parlato. Il fermo disposto dalla procura si regge sulle immagini della telecamera di un negozio, su un riconoscimento e sull’analisi del sistema “cattura targhe”. Il primo bilancio dell’indagine comprende anche il fermo per possesso di pistola e la denuncia a piede libero per tentata rapina e lesioni a carico di Giuliano Paparo, alla guida di una Mercedes che ha investito il motorino con i 2 rapinatori in sella: Marcello Sorrentino e un complice fuggito a piedi. Il 48enne è il padre di una 18enne alla quale questi ultimi avevano poco prima portato via un “SH” nuovo di zecca. L’uomo, napoletano di Secondigliano, anch’egli ferito a una gamba da un colpo partito nel corso di una colluttazione con Sorrentino, entra nella vicenda perché va a prendere la figlia rimasta a piedi in piena notte lontano da casa e agisce d’impulso quando la congiunta gli grida improvvisamente: “papà, sono quelli là che mi hanno fatto la rapina”. Li investe con l’auto, disarma il 22enne e con la “Taurus” di quest’ultimo, secondo l’accusa della procura, minaccia una giovane donna affinché gli consegni il mezzo su cui viaggiava.

Ora è in stato di fermo, piantonato in ospedale: al gip il pm ha chiesto l’applicazione di una misura cautelare.Il caso è stato chiarito dai poliziotti della sezione “antirapine” della Squadra mobile della questura partenopea (dirigente Alfredo Fabbrocini, vice questore Luigi Vissicchio, commissario capo Silvio Petriello), coordinati dalla procura ordinaria. Intorno alle 2 e 30 la 18enne insieme con un’amica viene aggredita e costretta a consegnare lo scooter da 2 rapinatori, uno dei quale armato di pistola. Si tratterebbe secondo l’accusa di Marcello Sorrentino, riconosciuto poi dalla vittima. La ragazza telefona al padre, che esce di casa e va a prenderla con la propria Mercedes e riparte. In corso Garibaldi, 500 metri più avanti del luogo della rapina dell’Sh, la 18enne riconosce i rapinatori e li indica al padre. Il quale, nella ricostruzione degli investigatori supportata dalle testimonianze e dai rilievi, sperona il motorino su cui viaggiavano Sorrentino e il complice: un ciclomotore pulito perché quello rapinato lo avevano già messo al sicuro e tuttora non è stato trovato. A quel punto arriva il poliziotto del commissariato Secondigliano, libero dal servizio, che vede Sorrentino fuggire con una pistola in mano e gli si para davanti. Il 18enne spara e lo colpisce all’addome, poi nella coluttazione si ferisce da solo. Riesce comunque a scappare e viene rintracciato ieri mattina a casa, accompagnato all’ospedale per la ferita alla caviglia, interrogato e sottoposto a fermo del pubblico ministero per tentato omicidio e rapina in concorso. Il questore di Napoli, Alessandro Giuliano, ha telefonato alla moglie del poliziotto ferito per manifestare la vicinanza a lui e alla famiglia.

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