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04 Agosto 2021 - 06:30
IL GIALLOLo zio della vittima va agli arresti domiciliari: «Non ci fu estorsione». Ridotto in fin di vita dai parenti, colpo di scena al Riesame
NAPOLI. L’inchiesta sulla brutale aggressione subita a fine luglio nel Casertano da Vincenzo Bronzino subisce un nuovo, importante colpo di scena. Ieri mattina il tribunale del Riesame, accogliendo l’istanza e le argomentazioni del difensore Giovanni Abet, ha deciso di scarcerare lo zio della vittima, Antonio Bronzino, sospettato di aver preso parte alla feroce aggressione scaturita da motivi economici, trattenendo il parente che di lì a poco sarebbe stato accoltellato dal figlio. Proprio quest’ultimo, cugino omonimo della vittima, risulta tra l’altro ancora irreperibile. Tornando invece a Bronzino senior, per lui i giudici delle Libertà hanno disposto i ben più miti arresti domiciliari (nonostante la pesante accusa di concorso in tentato omicidio), annullando inoltre l’imputazione di tentata estorsione. Già ieri pomeriggio l’indagato ha dunque fatto rientro nella propria abitazione. Già in precedenza l’iter giudiziario scaturito dal fermo dei primi tre indagati aveva sfoderato importanti colpi di scena. Al termine dell’udienza di convalida avevano infatti lasciato il carcere Mario La Monica e Giuseppe Esposito, anch’essi difesi dall’avvocato Giovanni Abet, il quale ha messo in evidenza le lacune accusatorie che avrebbero investito i suoi assistiti. A entrambi il giudice ha concesso gli arresti domiciliari. L’unico a rimanere dietro le sbarre era stato così Antonio Bronzino, padre di Vincenzo (cugino omonimo della vittima): quest’ultimo, ritenuto l’esecutore materiale dei fendenti, è ad oggi ancora ricercato. La vicenda oggetto dell’udienza è stata anticipata nei giorni scorsi dal “Roma”. Era andato nell’azienda di proprietà dello zio per recuperare un credito dovuto a una prestazione professionale mai corrisposta e invece si è ritrovato con due coltellate conficcate in pieno petto. Vincenzo Bronzino, 42enne di Ercolano, è così finito in condizioni gravissime all’ospedale di Marcianise, dal quale poco è stato trasferito al Monaldi di Napoli: le sue condizioni di salute negli ultimi giorni hanno per fortuna fatto registrare un netto miglioramento. Le indagini sul suo ferimento sono però arrivate rapidamente a un punto di svolta e i carabinieri, grazie soprattutto alla testimonianza del fratello Giuseppe e ad alcune registrazioni video, avevano fermato lo zio Antonio Bronzino, 58enne di Resina, Mario La Monica, 42enne di Cercola, e Giuseppe Esposito, 34enne di Pompei. Risulta invece attualmente irreperibile l’esecutore materiale dell’aggressione, il 32enne cugino omonimo della vittima. Tutti gli indagati, ferma restando la presunzione di innocenza fino a prova contraria, devono rispondere dell’accusa di tentato omicidio. Le ruggini all’interno del nucleo familiare vesuviano andavano avanti già da qualche tempo. A ricostruire la vicenda in sede di denuncia è stato il fratello del malcapitato, il quale ha spiegato ai carabinieri di aver lavorato nell’azienda dei familiari, che ha sede a Marcianise, dal giugno 2019 al novembre 2020. L’operaio non avrebbe però mai incassato assegni familiari per un ammontare di 2.600 euro e il Bonus Renzi per un importo complessivo di 1.600 euro. In seguito sarebbe riuscito a far rientrare nelle proprie tasche parte di quella cifra, ma non tutta. Aveva così deciso di andare a Marcianise insieme al fratello Vincenzo nella speranza di chiudere una volta per tutte la faccenda. Arrivati nel piazzale, le cose si sono però subito messe male e ad avere la peggio è stato Vincenzo, braccato e accoltellato per due volte.
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