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11 Agosto 2021 - 07:00
Gli spari a pochi metri di distanza dalle abitazioni dei reduci dei Lo Russo.Cinque pistolettate contro il negozio “Parrucchiere uomo Xxl” di via Janfolla
NAPOLI. Ancora una sparatoria nel ventre molle della degradata periferia nord di Napoli. Teatro dell’ennesima incursione armata via Janfolla, storica roccaforte del clan Lo Russo, dove un commando ha fatto fuoco all’impazzata contro la vetrina di un negozio di parrucchiere. Stando a quanto emerso dalle prime battute investigative, nessuno sarebbe fortunatamente rimasto ferito. Quando i sicari sono entrati in azione l’attività, come ogni lunedì, non era infatti aperta al pubblico. Le forze dell’ordine sono state però avvertite con forte ritardo dell’accaduto e quando sono arrivate sulla scena era già scattato il “coprifuoco”. Di testimoni oculari, dunque, neppure l’ombra. Pesante ancora una volta il bilancio del raid. Sulla scena del crimine la polizia ha infatti repertato cinque bossoli esplosi con una calibro Gfl 380 Auto, i quali hanno seriamente danneggiato la vetrina dell’attività commerciale “Parrucchiere uomo Xxl”.
Ancora non del tutto chiaro l’orario nel quale la sparatoria è avvenuta: stando a una prima ricostruzione dei fatti, i colpi sarebbero però stati esplosi intorno alle 18,30 e gli investigatori sembrano non aver alcun dubbio in merito al reale obiettivo. Il commando ha infatti sparato ad alzo zero contro la vetrina del negozio e non ha causato danni ad altri negozi o auto in sosta lungo via Janfolla. Il titolare, il 50enne Angelo Pennino, è stato intanto rintracciato e ascoltato dagli uomini della polizia di Stato. L’uomo ha spiegato di non aver ricevuto alcun tipo di minaccia o richiesta di denaro a titolo estorsivo, così come non avrebbe avuto discussioni per personaggi “noti” del quartiere. La sua versione non sembra però convincere fino in fondo gli investigatori che stanno conducendo le indagini sul caso. Quello di Pennino non è tra l’altro un volto del tutto nuovo agli archivi delle forze dell’ordine. Il commerciante ha avuto in passato qualche grana giudiziaria e nella sua cerchia di conoscenze rientrano alcuni personaggi abbastanza in vista nella malavita di Miano, orbitanti in particolare intorno al vecchio e temibile clan Lo Russo, il cui quartier generale è storicamente collocato proprio in via Janfolla. Non distante dal luogo in cui è avvenuta l’ultima sparatoria vivono ancora diversi esponenti della famiglia dei “Capitoni”.
Le indagini, almeno per il momento, continueranno dunque a svilupparsi lungo un doppio binario: la pista che conduce a un movente di natura estorsiva, il che non sarebbe certo un fatto inusuale a ridosso di Ferragosto, e quella che porta invece dritto a un nuovo attacco nei confronti dei reduci del gruppo Lo Russo. Nonostante i numerosi contraccolpi giudiziari subiti, il clan avrebbe ancora oggi una certa operatività nel quartiere e anzi, dopo il recedente ridimensionamento dei BalzanoScarpellini e dei Cifrone, sarebbe nuovamente tornato in auge grazie ad alcuni “colonnelli” da qualche tempo tornati a piede libero. Proprio questa ritrovata spregiudicatezza potrebbe aver innescato una violenta fibrillazione con un altro emergente clan di Miano. Tra l’altro già il mese scorso i sicari erano tornati in azione esplodendo oltre venti colpi di pistola contro un’abitazione in passato appartenuta alla famiglia Nappello.
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