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13 Agosto 2021 - 06:30
QUARTIERI SPAGNOLI Innocenti feriti nel raid, il piano del commando: «Spariamo di pomeriggio, dobbiamo fare il bordello»
NAPOLI. Giovanissimi, spregiudicati e pronti a tutto. È questo l’identikit dei “figli di Gomorra” che negli ultimi mesi hanno seminato sangue e terrore tra i vicoli del centro storico di Napoli. Il loro sogno era quello di diventare i nuovi ras dei Quartieri Spagnoli, invece si ritrovano adesso con le manette ai polsi e sulla testa un’accusa di triplice tentato omicidio. Nel raid di cui si sono resi responsabili, vale la pena ricordarlo, sono rimasti feriti anche due operai innocenti, mentre l’obiettivo designato, il “rivale” Giuseppe Postiglione, è riuscito a mettersi in salvo prima che fosse troppo tardi. Pochi giorni fa i sei “uomini” del commando sono stati arrestati, ma oggi, dalla lettura degli atti dell’indagine, emerge un retroscena che sembra dirla lunga su quale fosse il grado di ferocia dei sicari: «Vado a volto scoperto», rivelava l’indagato Giuseppe Basile al fratello Ciro, che subito lo incalzava: «Di pomeriggio... devi fare proprio il bordello». L’intercettazione in questione rappresenta uno dei punti cardine del provvedimento cautelare che ha portato dietro le sbarre Giuseppe Basile, 23 anni, Francesco Cannola, 22 anni, Carmine Nocerino, 24 anni, Massimiliano Verrano, 41 anni, Mario Marotta, 21 anni, e il 16enne G.P.M., gravemente indiziati dei delitti di tentato omicidio plurimo, detenzione illecita e porto abusivo in luogo pubblico di arma comune da sparo, reati aggravati dalla finalità mafiosa: i fatti ricostruiti nel provvedimento cautelare eseguito all’alba di ieri sono avvenuto il 16 giugno e il 31 marzo scorsi. L’inchiesta ha permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico dei loro destinatari che, nell’ambito di un efferato scontro tra i membri di due famiglie rivali dei Quartieri Spagnoli - i Mazzanti-Valentinelli e i Verrano-Nocerino - si rendevano responsabili dell’esplosione di colpi d’arma da fuoco a scopo intimidatorio nei confronti di Angela Farelli “’a brioche” nella sera del 31 marzo, nonché di un fallito agguato omicidiario, avvenuto in vico Tre Regine a Toledo il 16 giugno, in cui rimanevano feriti, in modo grave, due ignari passanti, del tutto estranei ai contesti criminali di Montecalvario, gli operai Enrico Di Maio e Vittorio Vaccaro. Proprio in merito a quest’ultimo episodio si è rivelata determinante l’intercettazione effettuata dalla Squadra mobile il pomeriggio del 16 giugno. Alle 14,13 Giuseppe Basile rivela infatti al fratello Ciro che di lì a poco avrebbe preso parte a un’azione criminosa eclatante. Rivela, in particolare, che sarebbe andato «a volto scoperto» e che l’azione sarebbe stata eseguita «di pomeriggio, devi fare proprio il bordello», in modo che la gente avrebbe potuto pensare che gli autori del gesto «non stanno bene con la testa». Un messaggio rivolto all’intero quartiere. Dal colloquio gli investigatori hanno inoltre appreso che l’azione programmata era con tutta probabilità una ritorsione subita a una subita il giorno prima: «Ieri sono passati dieci motorini “’o frat”, bam bam... io ora vado a fare nella Pignasecca (sorride), poi quando vai alle 5 del pomeriggio... è più bello ancora». Dì lì a poco Giuseppe Basile esce effettivamente di casa e la circostanza viene involontariamente confermata dal padre: «È sceso... sta con “Carminiello” però», cioè l’altro giovane sicario Carmine Nocerino.
_Nella foto i rilievi sulla scena; nei riquadri gli arrestati Massimiliano Verrano e Carmine Nocerino
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