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26 Agosto 2021 - 13:07
NAPOLI. Dubai d’ora in poi dovrà fare a meno dei ricchi latitanti di camorra, convinti di trovarsi al sicuro negli Emirati Arabi. Dopo il grosso colpo dell’arresto di Raffaele Imperale, risalente al 4 agosto scorso, il 14 successivo è finito in manette Raffaele Mauriello, che con il primo era in contatto per il narcotraffico internazionale. Ma le storie giudiziarie sono diverse: “Lello ’o chiatt” era ricercato per 3 omicidi e droga mentre l’altro non deve rispondere di fatti di sangue.
Anche per il 32enne figlio del ras “scissionista” Ciro è stato decisivo il pressing dei ministeri di Grazia e Giustizia e degli Esteri sulle autorità locali, che hanno cambiato il loro orientamento applicando per la prima volta quest’anno un accordo bilaterale con l’Italia. Anche Raffaele Mauriello viveva una latitanza: non in una villa da 400mila euro d’affitto al mese, ma in un più discreto residence dotato comunque di piscina e campo da golf. Abitualmente ospitava alcuni familiari, ma al momento del blitz della vigilia di Ferragosto si trovava da solo a casa. Su di lui pendevano 3 provvedimenti restrittivi: uno per il duplice omicidio di Andrea Castello e Castrese Ruggiero, uomini di fiducia del ras Mario Riccio detto “Mariano”, un altro per l’agguato mortale a Fabio Cafasso per un’epurazione interna agli amato-Pagano, e l’ultimo per associazione mafioso finalizzata al narcotraffico.
L'arresto è avvenuto nell'ambito di indagini coordinate dalla procura della Repubblica di Napoli e condotte dalla Squadra mobile della Questura di Napoli guidata dal dirigente Alfredo Fabbrocini (sezioni Omicidi e “Narcotici” con i vice questori Russo, Vissicchio, Sasso e il sostituto commissario Cicerone) con il supporto dello Sco. Un’operazione che concretizza per la seconda volta in pochi giorni gli sforzi di un'intensa attività di cooperazione internazionale giudiziaria e di polizia e dal Servizio per la cooperazione internazionale attraverso l’Interpol e l’Europol.
Latitante dal settembre 2018, Raffaele Mauriello è accusato dai pentiti Rosario Guarino e Paolo Caiazza di aver fatto parte del gruppo di fuoco degli Amato (insieme con Dario Amirante “’o gemello, Renato Napoleone e Francesco Paolo Russo) in contrapposizione ai Riccio con a capo il giovane ras “Mariano”. Una scissione nel clan poi rientrata grazie alla “zia” Rosaria Pagano. Andrea Castello, braccio destro di Mario Riccio, e Antonio Ruggiero furono ammazzati a Casandrino nel 2014 mentre Fabio Cafasso a Scampia nel 2011. Ma oltre a fare il killer (ferma restando la presunzione d’innocenza fino a eventuale condanna definitiva) Raffaele Mauriello ha curato l'importazione e la distribuzione di ingenti quantità di cocaina, appoggiandosi a Raffaele Imperiale. Per entrambi Il Ministero di Giustizia sta perfezionando le intese per completare entrambe la procedura di estradizione in tempi brevi.
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