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26 Agosto 2021 - 13:10
NAPOLI. Se falliscono la tecnologia e l’informativa c’è sempre la carta dell’investigazione vecchio stampo fatta di appostamenti e pedinamenti. È racchiuso in questa considerazione l’arresto di Gennaro Esposito, 33enne delle Case Nuove soprannominato “Genni cap ’e bomb”, ricercato da luglio 2020 per estorsione, associazione mafiosa e per un’intimidazione a colpi di mitra contro esponenti del clan Rinaldi-Minichini-De Luca Bossa.
Si era nascosto in Spagna, a Barcellona, dove l’altro ieri sera lo ha raggiunto la compagna con il figlio di pochi mesi nato dalla relazione. Ma la donna non poteva immaginare che fino all’aeroporto di Napoli, dov’è arrivata con valigia da perfetta turista e passeggino, l’hanno seguita i carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Napoli. Investigatori che hanno subito indicazione precise ai colleghi iberici ed è scattata l’operazione conclusasi con le manette per l’affiliato ai Mazzarella del quartiere Mercato, ora in attesa della procedura d’estradizione. Gennaro Esposito è stato coinvolto in un’inchiesta della Dda su un complessa storia di estorsione al gestore di una piazza di droga, contesa dai Minichini-De Luca Bossa-Rinaldi e i Mazzarella.
Il gruppo di fuoco di questi ultimi, tra cui secondo l’accusa c’era anche “Genni cap ’e bomb”, il 12 gennaio 2018 si appostarono in un appartamento in via Cangiano al Mercato e spararono contro coloro che andavano a ritirare il “pizzo” (come spieghiamo meglio nell’articolo a parte). Il blitz riuscì ma gli affiliati di entrambi i clan sono poi finiti nei guai con la giustizia grazie alle dichiarazioni di 2 pentiti: Carmine Campanile e Gennaro Buonocore, entrambi “mazzarelliani”. Nell’indagine compaiono 2 donne: Gabriella Onesto (arrestata) e Martina Minichini (per la quale invece non sono emersi riscontri alle ipotesi investigative e quindi è sempre rimasta libera. È la sorella del ras di Ponticelli Michele “tiger”, famoso per il tatuaggio sulla testa. Sono stati i militari partenopei ad arrestare Gennaro Esposito, 34enne napoletano, ritenuto elemento di spicco del clan Mazzarella. L’uomo, irreperibile dal luglio del 2020 e destinatario di 2 provvedimenti emessi dal tribunale di Napoli, è ritenuto gravemente responsabile del reato di estorsione aggravata dalle finalità mafiose e associazione per delinquere di stampo mafioso.
L’altra notte il F. A. S. Team spagnolo, attivato dal servizio di cooperazione internazionale di polizia italiano su precise indicazioni dei carabinieri del Nucleo investigativo di Napoli, a bloccarlo in un’abitazione di Barcellona, dove la compagna con il bimbo lo aveva appena raggiunto in taxi. Complimenti all'Arma dei Carabinieri per l'operazione sono giunti dal ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese. «La professionalità delle nostre Forze di Polizia e la proficua collaborazione investigativa internazionale», ha detto il ministro Lamorgese, «stanno consentendo di infliggere ripetuti colpi alla criminalità organizzata, ponendo fine alla latitanza all'estero di pericolosi appartenenti a sodalizi criminali».
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