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27 Agosto 2021 - 13:27
NAPOLI. “Gennaro Esposito presso la mia abitazione, dal giorno prima dei fatti, ebbe modo di ripetere più volte che se ci fossimo imbattuti in una donna di cui non ricordo il nome, molto vicina a Michele Minichini, egli avrebbe sparato per ammazzarla. Tale circostanza fu riferita alla presenza di Vincenzo Papi, che acconsentì”. Contro Gennaro Esposito detto “Cap ’e bomb”, arrestato l’altro ieri a Barcellona dopo più di un anno di latitanza, ci sono anche le dichiarazioni di Gennaro Buonocore (“Gennaro ’o fruttarolo”) oltre quelle di Carmine Campanile “’o ricc”.
Questi ultimi due, insieme all’ex ricercato, facevano parte secondo l’accusa del gruppo dei Mazzarella che si appostò in zona Mercato per accogliere a colpi d’arma da fuoco gli emissari dei Minichini-De Luca Bossa-Rinaldi incaricati di riscuote la tangente da Vittorio Pacifico, allora gestore di una piazza di spaccio in vico Cangiani al Mercato. Gennaro Buonocore, nel verbale d’interrogatorio del 7 dicembre 2018, indicò in Vincenzo Papi l’organizzatore dell’intimidazione. Gli inquirenti infatti ritengono che il clan Mazzarella non volesse uccidere nessuno, ma solo spaventare i riscossori del “pizzo” per impedire che ritornassero ancora. «Sebbene il mandato da Alberto Mazzarella», ha dichiarato il collaboratore di giustizia, «è Vincenzo Papi che ci ha fornito le armi, i soldi e ha organizzato l’attentato».
Naturalmente, come sempre in casi del genere, va sottolineato che le persone citate devono essere ritenute estranee ai fatti narrati fino a prova contraria. Nell’inchiesta sugli spari al Mercato contro gli emissari dei Minichini di Ponticelli all’appello con la giustizia mancava solo Gennaro Esposito. Dopo l’arresto di Farid Cinquegrana, l’unico destinatario della misura cautelare sfuggito alla cattura era il 34enne soprannominato “Genni cap ’e bomb”. Nei suoi confronti e degli altri “mazzarelliani” accusati di concorso in detenzione di armi da fuoco, hanno puntato il dito i pentiti Carmine Campanile e Gennaro Buonocore. Il primo, in particolare, si è accusato di aver sparato per mettere in fuga Fabio Oliviero e Gabriella Onesto, inviati secondo gli inquirenti da Michele Minichini a riscuotere il “pizzo” su una piazza di spaccio, anche se va precisato che il gip ha ritenuto insufficienti gli indizi raccolti a carico del ras detto “Tiger” e della sorella Martina.
Ma i carabinieri, autori dell’indagine con il coordinamento della procura antimafia, ritengono che anche Farid, il 31enne di origini arabe, abbia aperto il fuoco. Sarà il processo, se gli indagati saranno rinviati a giudizio, a chiarire la dinamica precisa dell’evento, accaduto in piazza Mercato il 12 gennaio 2018. Per la vicenda del “pizzo” alla piazza di spaccio del Mercato sono indagate ben 9 persone, di cui 4 a piede libero (tra i quali i 2 collaboratori di giustizia). Per i Minichini-De Luca Bossa-Rinaldi sono stati arrestati Gabriella Onesto e Fabio Oliviero mentre ancora non è stato identificato il quinto complice del gruppo incaricato della riscossione per la piazza di spaccio.
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