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Gli ex latitanti dalla vita dorata erano spiati da oltre un mese

Gli ex latitanti dalla vita dorata erano spiati da oltre un mese

CAMORRAIl ras del narcotraffico e il presunto killer del clan Amato non si sono accorti di nulla. Dopo la cattura di Raffaele Imperiale e di Raffaele Mauriello è “caccia” al tesoro lasciato a Dubai

NAPOLI. Da almeno inizio luglio l’ufficio investigativo della polizia di Dubai monitorava ogni movimento di Raffaele Imperiale e Raffaele Mauriello, il cui destino giudiziario per gli Emirati Arabi era segnato. I 2 latitanti dalla vita dorata venivano spiati giorno e notte con un’efficienza inaspettata per noi occidentali, convinti di avere la supremazia nell’intelligence. Invece il ras del narcotraffico internazionale e il presunto killer del clan Amato non si sono accorti di niente, a parte il campanello d’allarme suonato per “Lello ’o chiatto” (oggi dimagrito) in seguito alla cattura di “Lelluccio ’o parente”. I due si conoscono e si incontrarono qualche volta. A divulgare la notizia, riferendolo a un sito arabo, è stato il portavoce dell’Ufficio investigativo della polizia di Dubai. “Controllavamo da qualche tempo Raffaele Imperiale e Raffaele Mauriello”, ha detto. Ciò fa parzialmente chiarezza sul cambio di orientamento delle autorità degli Emirati Arabi nei confronti dei latitanti stranieri, italiani in particolare. Evidentemente a Dubai hanno deciso di dare finalmente corso all’accordo bilaterale con l’Italia sulla consegna dei ricercati ai rispettivi paesi di origine e così hanno preparato con cura la doppia operazione. Sul perché non abbiano agito subito c’è una sola spiegazione, che però non ha riscontri finora: gli inquirenti volevano verificare e scoprire eventuali collegamenti in loco degli stranieri. Del resto Imperiale è stato trovato in possesso di un documento d’identità falso che presumibilmente non si era portato dietro da Castellammare di Stabia (città d’origine). Le indagini a Dubai comunque, non sono chiuse. Ora è caccia al tesoro di Raffaele Imperiale e Raffaele Mauriello, che secondo gli investigatori arabi e italiani non può essere soltanto ciò che è stato trovato nella villa in cui viveva con la famiglia il ras del narcotraffico soprannominato “Lello ‘o parente”: alcune migliaia di euro, orologi e altri oggetti di valore e alcuni dipinti. Sull’arresto dell’altro latitante a Dubai ancora non si conoscono molti dettagli a causa del riserbo della polizia locale, i cui rappresentati adesso cominciano a rivelare qualcosa circa l’operazione del 4 agosto scorso. Raffaele Imperiale utilizzava un falso nome, Antonio Rocco, per gli spostamenti quotidiani e pagava cash. Evidentemente non si fidava completamente degli arabi, pur trovandosi a Dubai dal 2016 senza aver mai avuto problemi con la giustizia. Le autorità locali sapevano benissimo che “Lello ’o parente” era loro ospite , avendo chiesto più volte l’Italia di arrestarlo e attivare le procedure di estradizione, ma hanno fatto sempre finta di niente. Poi improvvisamente hanno cambiato idea e nel mirino è finito pure Raffaele Mauriello, il quale ha capito di essere in pericolo ma non ha fatto in tempo a fuggire. Forse stava preparandosi e l’ufficio investigativo della polizia di Dubai lo ha preceduto.

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