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Mattarella a Nisida e Pozzuoli: «La detenzione non è macchia indelebile». Appello degli operai Whirlpool

Mattarella a Nisida e Pozzuoli: «La detenzione non è macchia indelebile». Appello degli operai Whirlpool

POZZUOLI. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è stato in visita al carcere di Pozzuoli e al Rione Terra a Pozzuoli. Il presidente ha visitato alcuni laboratori dell'Istituto, accompagnato dal Ministro della giustizia, dal Capo Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità e dal Direttore dell'Istituto, il Capo dello Stato ha incontrato i ragazzi e le ragazze ristretti e ha risposto ad alcune loro domande elaborate nel corso del Laboratorio della politica. Successivamente, il presidente Mattarella ha visitato il Rione Terra di Pozzuoli ed è intervenuto, alla Basilica di San Procolo Martire, alla presentazione del Progetto "Puteoli sacra", iniziativa unica in Europa, che punta alla cura e alla riqualificazione del patrimonio artistico attraverso il contributo di alcuni minori provenienti dall'area penale di Nisida e alcune donne ospiti del carcere di Pozzuoli. Nella visita era accompagnato dalla ministra della Giustizia, Marta Cartabia. All'arrivo al Rione Terra, presidiato dalle forze dell'ordine, Mattarella è stato accolto dal sindaco Vinenzo Figliolia, dal vescovo Mons. Gennaro Pascarella. Ma oltre alle autorità, tra queste il presidente della Regione De Luca, sono arrivati i disoccupati del ”Movimento di lotta 7 novembre” e una delegazione di operai della Whirlpool Napoli, che hanno consegnato, attraverso un funzionario di polizia, una lettera alla segreteria del capo dello Stato, nella quale chiedono un intervento a loro sostegno del presidente della Repubblica.

L'APPELLO DEGLI OPERAI WHIRLPOOL. Ecco il testo della lettera: "Egregio Presidente Mattarella siamo i 350 operai della Whirlpool e le scriviamo per chiedere un Suo diretto interessamento sulla vertenza che ci vede, sfortunatamente, protagonisti da più di 850 giorni" si legge nella missiva in cui gli operai sottolineano a Mattarella il tempo trascorso "da quando, il 31/5/2019, la multinazionale americana ha deciso di non mantenere gli impegni dell'accordo firmato in sede ministeriale il 25/10/2018, che prevedevano il rilancio di Napoli e della produzione di lavatrici alto di gamma, concentrando tutte le produzioni sul nostro stabilimento con 18 milioni di euro di investimenti mai effettuati, a fronte dei quali ottenne cassa integrazione per tutto il gruppo in Italia (5500 dipendenti), più agevolazioni e sostegni per il piano industriale". "In due anni -sottolineano gli operai al Presidente- tante sono state le promesse e gli impegni dei vari ministri e governi, che da Lei incaricati, si sono avvicendati sulla nostra vertenza, ma ad oggi nessuna risposta concreta e nessuna soluzione è stata prospettata e, cosa peggiore, nessuno è riuscito a ribadire che in Italia gli accordi vanno mantenuti e le istituzioni ed il Paese vanno rispettati". "Siamo a pochi giorni dalla chiusura della procedura di licenziamento collettivo (29/9/2021) e il governo ancora non ci convoca, sul progetto che dice di stare predisponendo, per trovare una soluzione di respiro in grado di competere o di essere all'altezza degli accordi sottoscritti con la Whirlpool, nonostante gli impegni diretti del Presidente del Consiglio Draghi che ci ha assicurato, quando lo incontrammo in visita al carcere di S.Maria Capua Vetere, il suo interessamento diretto e un impegno ai massimi livelli del governo" aggiungono.

L'INCONTRO A NISIDA. "Ogni comunità che vive insieme ha delle regole, anche il gioco del calcio ha delle regole, se si sgambetta un avversario c'è una punizione, se lo si fa nell'area, c'è un rigore, e queste regole sono le leggi". Così il presidente Sergio Mattarella rispondendo alle domande dei ragazzi dell'istituto penale per i minorenni di Nisida, in particolare sul tema posto da un giovane che gli chiede "come mai i detenuti vengono etichettati a vita, anche se hanno dato prova concreta di adesione al programma di riabilitazione previsto dalla Costituzione". "E' una bella domanda e impegnativa", dice il capo dello Stato. "Le leggi le decide il Parlamento - spiega - scelte dalla maggioranza dei cittadini, chi non le rispetta crea una rottura nel patto sociale e la comunità reagisce, ora è vero che la detenzione rimane come traccia nel casellario giudiziario, ma questo non va sopravalutato e non può diventare un marchio che fa emarginare". "E' un po' quando ci si ferisce e l'organismo agisce per chiudere la ferita, anche io ho una cicatrice di quando avevo tre anni, sono caduto dalle scale e ricordo ancora il dolore per i punti, ma col tempo la cicatrice scompare, e questo è la detenzione, una cicatrice che col tempo scompare". "Vi sono - conclude - tante persone che sono state detenute e poi si sono inserite nella vita del paese, la detenzione non è macchia indelebile, ma una cicatrice che scompare".  "Ciascuno di voi ha una esperienza umana non ripetibile, la prospettiva del reinserimento va garantita, c'è il dovere di agevolare il reinserimento".  Per Mattarella "questa prospettiva va garantita non a parole ma nei comportamenti dell'ordinamento e con il comportamento sociale delle altre persone". "Serve - aggiunge - la fiducia e la speranza che occorre avere e sviluppare in maniera forte". "Quello che ho detto - conclude - non può limitarsi alle parole del presidente della Repubblica, deve tradursi in comportamenti reali nella vita sociale".

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