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14 Settembre 2021 - 07:00
Alta tensione tra Pianura e il rione Traiano: Salvatore Lazzaro, ex fedelissimo dei Puccinelli, torna in libertà
NAPOLI. La sua fedeltà al rampollo Ciro Puccinelli l’aveva portato, già da giovanissimo, a essere in breve tempo uno degli esponenti di punta dei nuovi traffici di droga del rione Traiano. Nel giro di pochi anni quell’equilibrio è però andato in frantumi e nel 2016, entrato a far parte del gruppo di ribelli capeggiato dal ras Salvatore Basile, aveva deciso di mettere a ferro e a fuoco l’intero quartiere. Ebbene, nonostante le condanne fin qui incassate e solo in parte già scontate, Salvatore Lazzaro, alias “Lulù”, è tornato a essere di nuovo un uomo libero.
Quello del 28enne originario di Pianura, ma criminalmente attivo nel rione Traiano, è diventato negli ultimi anni uno dei volti più noti della mala di Napoli Ovest. Grazie alla dichiarazioni di alcuni importanti collaboratori di giustizia, su tutti l’ex ras dei Cutolo Gennaro Carro, e a numerose intercettazioni telefoniche e ambientali, la giustizia è però riuscita a fare il proprio corso e a suo carico sono stati già istruiti tre procedimenti. Lazzaro attualmente ha incassato due sentenze di condanna in continuazione, per le quali ha scontato sei anni di reclusione. Un terzo processo è invece ancora pendente. Nell’attesa che anche quest’ultimo iter arrivi al verdetto il suo difensore, l’avvocato Salvatore Landolfi, ha presentato istanza di scarcerazione per il proprio assistito e il giudice, ritenendo attenuate le esigenze di custodia cautelare, ha a sorpresa deciso di rimettere a piede libero lo scissionista “Lulù”. La notizia della sua scarcerazione non è passata inosservata ed è subito giunta alle orecchie degli investigatori che monitorano gli affari criminali della zona: il rischio è che con il suo ritorno in libertà i già precari equilibri tra le cosche del rione Traiano finiscano per andare ancora una volta in frantumi.
«Dobbiamo uccidere Petrone. Prima che lui uccida noi». Si esprimeva così, con un tono di voce deciso, l’allora 23enne di Pianura Salvatore Lazzaro detto “Lulù”, parlando con un congiunto della situazione di grave tensione creatasi con i Petrone del rione Traiano. E proprio la frase, presumibilmente, ha anticipato i tempi dell’operazione dei carabinieri che indagavano, con il coordinamento della Procura antimafia, sulla scissione in seno al clan. C’era il pericolo di nuove sparatorie e al tri morti. Secondo gli inquirenti, che identificano il bersaglio potenziale in Francesco Petrone detto “’o nano ’e straccetta”, il gruppetto di ribe di essere prudente. «È meglio che non giriate armati, rischiate l’arresto». Ma “Lulù” avrebbe risposto che i nemici rappresentavano un pericolo e di conseguenza bisognava essere preparati. Nell’intercettazione si sentirebbe una mitraglietta “scarrellare” , forse una Uzi, mai però trovata. La stessa,lli, con base a Pianura pur non abitando tutti nel quartiere, girava armato. Nella conversazione intercettata il parente raccomanda a Salvatore Lazzaro sospettavano i carabinieri, che potrebbe essere stata utilizzata il 14 luglio 2017 in occasione della stesa in viale Traiano. Alla conversazione avrebbe partecipato Emanuele Manauro, soprannominato “’o leon”, indagato in stato d’arresto proprio insieme a Salvatore Lazzaro.
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