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Covid al campo rom di Giugliano, De Luca proroga la zona rossa

Covid al campo rom di Giugliano, De Luca proroga la zona rossa

È stata prorogata fino al 26 settembre la “zona rossa" del campo rom di via Carrafiello a Giugliano in Campania. Lo stabilisce un'ordinanza firmata oggi dal presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, che proroga l'efficacia dei provvedimenti contenuti nella precedente ordinanza, in scadenza oggi, dal 16 settembre e fino al 26 settembre. Per i cittadini aventi residenza, domicilio o dimora nel campo rom di Via Carrafiello è fatto obbligo di isolamento domiciliare, con divieto di allontanamento dalle abitazioni, ed è fatto divieto di transito in ingresso e in uscita dal campo rom tranne che per gli operatori sanitari e socio-sanitari, il personale impegnato nei controlli e nell'attività di assistenza e quelle di pulizia e sanificazione dell'area e dei locali.

In relazione alla situazione del campo rom di via Carrafiello, l'Asl Napoli 2 Nord, competente sul comune di Giugliano, in una nota fornita oggi all'Unità di crisi regionale scrive che «il focolaio di Sars-Cov-2», scoperto a seguito del primo caso rilevato il 31 agosto scorso, «vede coinvolti 424 soggetti. L'analisi dei tamponi molecolari somministrati ai soggetti responsivi ha evidenziato la positività di 86 persone; tra queste 24 hanno manifestato sintomi, con ricorso finora ad un'ospedalizzazione per 4 soggetti». 

La Asl ha rappresentato l'esigenza di una proroga per almeno 10 giorni delle disposizioni della precedente ordinanza del 2 settembre, tenuto conto della «persistenza della positività al tampone di controllo per 31 soggetti, la prima positività per ulteriori 24 domiciliati e la promiscua vita sociale nel campo, coinvolgente anche coloro che hanno rifiutato di sottoporsi al tampone naso faringeo».

L'Unità di crisi regionale ha confermato la sussistenza di ragioni per la proroga delle misure di contenimento del rischio di contagio «al fine di evitare contatti ravvicinati tra gli abitanti nonché di impedire il transito in entrata e in uscita dal campo, onde evitare l'ulteriore diffusione del contagio e lo sviluppo di ulteriori cluster e la conseguente diffusione del virus su larga scala, il cui rischio concretamente sussiste, alla luce del rilevamento della prevalenza della cosiddetta variante Delta sul territorio e dell'alta densità abitativa della regione». 

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