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Assedio agli ex Lo Russo, presi i figli del defunto ras

Assedio agli ex Lo Russo, presi i figli del defunto ras

 In manette i rampolli Antonio Scognamiglio e Salvatore Pisacane.Stupefacenti sull’asse Miano-Giugliano, scatta la retata

NAPOLI. Assedio senza sosta ai reduci del clan Lo Russo di Miano. Dopo i recenti arresti per racket, gli uomini in divisa hanno messo a segno un’altra cattura di spessore. In manette, intercettati nel corso di un’operazione antidroga partita da Scampia e terminata a Giugliano, sono finiti i rampolli Antonio Scognamiglio e Salvatore Pesacane, figli dell’emergente capozona Pasquale e, soprattutto, nipoti del defunto ras Salvatore “Totoriello”, assassinato nel tremendo agguato di camorra che nel 2011 costò la vita a lui e al suo guardaspalle Salvatore Paolillo. Scognamiglio e Pesacane si trovano adesso nel carcere di Poggioreale in attesa che venga celebrata l’udienza di convalida. A stringergli le manette ai polsi sono stati i poliziotti del commissariato Scampia e l’accusa di cui devono adesso rispondere è quella di detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio.

I due fratelli sono stati infatti intercettati a Giugliano, dove da qualche tempo si sarebbero insediate le loro attività criminali, e trovati in possesso di diverse dosi di droga. Dopo le formalità burocratiche di routine, la scorsa notte sono stati rinchiusi a Poggioreale, dove si trovano tutt’ora in attesa che il gip ne decida le sorti. Indagini ancora in corso per capire quale possa essere stato il loro canale di approvvigionamento. Né Antonio Scognamiglio né il fratellastro Salvatore Pisacane hanno alle spalle precedenti di natura associativa, entrambi - secondo la ricostruzione degli investigatori - da qualche tempo si starebbero però dando un gran da fare nell’ambito dello smercio di dosi: una delle attività alle quali il clan Lo Russo si è da sempre dedicato con estrema intensità. I due arrestati vantano poi una lunga serie di parentele ingombranti. Si tratta infatti dei nipoti di Salvatore Scognamiglio, alias “Totoriello”, assassinato il 5 agosto 2011 all’interno dell’agenzia di scommesse “Betting 2000” di via Miano.

L’azione dei killer fu implacabile: gli bastarono infatti appena sette secondi per mettere a segno l’agguato che costò la vita anche a Salvatore Paolillo, uomo di massima fiducia di “Totoriello”. Il delitto, stando a quanto in seguito emerso dalle indagini, fu ordinato dall’allora boss di Miano Antonio Lo Russo, il quale, dopo essere passato tra le fila dei collaboratori di giustizia, ammise le proprie responsabilità in merito alla vicenda. Si trattò, in particolare, di un’epurazione interna alla cosca dei “Capitoni”, scaturita dal fatto che “Totoriello”, approfittando dell’arresto dei vecchi capi, stesse tentando la scalata ai vertici del clan. Tornando invece ai protagonisti del blitz messo a segno a Giugliano, i due giovani arrestati sono anche fratelli di Giovanni Scognamiglio e figli di Pasquale: anche questi due volti più che noti alle cronache giudiziarie locali. Entrambi sono stati infatti arrestati ad agosto con l’accusa di aver tentato una maxi-estorsione ai danni del “Caffè Europa” di Scampia. Insieme a loro, colpiti dallo stesso provvedimento cautelare, erano finiti in carcere anche Salvatore Ronga, Luca Isaia e Giuseppe Romano. Dai capi di imputazione si apprendeva che il commando avrebbe preteso dal commerciante la consegna di 125mila euro, suddivisi in rate da 5mila euro mensili, quale presunto residuo di un prestito di natura usuraria che il barista e la madre avevano contratto alcuni anni fa con l’indagato “Pino” Romano. Quella che ne è scaturita è stata un’inscalabile montagna di debiti, alla quale hanno presto fatto seguito diverse minacce. Poi la fine dell’incubo grazie al blitz.

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