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19 Settembre 2021 - 10:26
NAPOLI. Sono ancora tante le zone d’ombra che aleggiano intorno alla morte del piccolo Samuele Gargiulo. Gli inquirenti che stanno lavorando al caso sono certi che si sia trattato di un omicidio, la cui responsabilità è stata fin qui interamente attribuita al 38enne Mariano Cannio. Persistono però alcuni elementi dubbi sui quali la Procura vuole adesso vederci chiaro. Stando a quanto emerso da una prima ispezione esterna della salma, il piccolo presentava due vistose ecchimosi sui fianchi.
Con l’autopsia gli investigatori cercheranno di appurare se quei lividi siano stati fatti da Cannio, magari nel momento in cui avrebbe preso il bimbo per scaraventarlo giù, o se invece si tratti di “manifestazioni” antecedenti il giorno della morte. Nel primo caso la posizione del fermato finirebbe per complicarsi ancora di più.
Gli inquirenti considerano importanti gli indizi raccolti, così come un video che ha cominciato a circolare sui social e poi rimosso, in cui viene ripreso Samuele che ripete “Io ti butto giù”. Parole che alla luce dei fatti sono ora al vaglio degli investigatori e che il bambino potrebbe aver ripetuto dopo averle sentite da un adulto. Come quelle pronunciate poco dopo: “Perché tu sei una lota”. Il video si conclude con Samuele che di colpo non parla più, come per non farsi ascoltare da qualcuno verso cui volge lo sguardo.
Intanto emerge un ulteriore elemento di tensione che va ad aggiungersi al dramma che ha sconvolto l’intero quartiere. Ieri mattina un uomo avrebbe provato a riprendere i familiari della giovanissima vittima mentre, disperati, piangevano la perdita nella camera mortuaria dell’ospedale Pellegrini. Alcuni dei familiari di Samuele hanno però subito notato la sua presenza e l’avrebbero affrontato, strappandogli dalle mani il telefonino che stava utilizzando per inquadrare la scena.
Nessuno dei coinvolti nella lite ha per fortuna riportato conseguenze fisiche, ma la notizia è subito arrivata alle orecchie degli investigatori, che adesso stanno procedendo con alcuni, ulteriori accertamenti. Resta infatti da capire per quale motivo quell’uomo avesse deciso di violare un momento così intimo e doloroso. Gli investigatori stanno inoltre passando al setaccio i trascorsi dell’uomo fermato per l’omicidio di Samuele Gargiulo.
Mariano Cannio non aveva alle spalle alcun guaio giudiziario, ma da tempo era affetto da problemi di natura psichica. Per questo motivo in passato era già stato sottoposto ad alcuni trattamenti mirati. Nelle scorse settimane avrebbe dovuto iniziare una nuova cura, ma stando ad alcune indiscrezioni investigative il 38enne aveva per il momento deciso di lasciar perdere.
Ferma restando la presunzione di innocenza fino a prova contraria, resta poi da capire quale sia stato il movente del delitto. La polizia ipotizza che possa essersi trattato di un raptus, forse innescato da uno scherzo o da uno sfottò rivolto dal piccolo a Cannio, il quale avrebbe poi reagito in maniera spropositata.
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