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22 Settembre 2021 - 07:00
In passato è stato sospettato di gestire la contabilità delle “piazze”.Retata nel fortino della cosca, in manette Leopoldo Marino
NAPOLI. Guerra aperta alle piazze di spaccio della mala di Scampia e Secondigliano. All’ombra delle Vele scatta l’ennesimo blitz e nel mirino degli uomini in divisa finisce ancora una volta il temibile cartello dei Notturno-Abbinante, famiglie capofila della variegata galassia degli Scissionisti che nei primi anni Duemila dichiararono guerra ai Di Lauro. Anche stavolta, grazie a un paziente appostamento, la retata è andata a segno e in manette è finito Leopoldo Marino, vecchia conoscenza delle forze dell’ordine, in passato indagato anche per armi, oltre che per droga. L’operazione è stata messa a segno dai carabinieri della compagnia Stella che già da diverse settimane stanno monitorando le basi di spaccio riconducibili ai Notturno-Abbinante. Sotto tiro sono finiti così in particolare lo Chalet Bakù, ma anche il lotto T/A, il lotto Sc3 e rione Monterosa: in pratica tutte le principali roccaforti dell’organizzazione. Al termine di un accurato appostamento e dopo aver notato alcuni scambi sospetti di “merce”e denaro, i militari dell’Arma hanno dunque deciso di entrare in azione.
Quello arrestato in quest’occasione è però un pusher tutt’altro che di secondo piano: si tratta infatti di Leopoldo Marino, pregiudicato già coinvolto in altre operazioni antidroga. Nel 2016 Marino venne addirittura fermato mentre, secondo la ricostruzione degli inquirenti, si apprestava a compiere un agguato insieme a un complice nella zona di Melito: da quell’accusa venne però in seguito scagionato. Gli era invece andata meno nel marzo dell’anno successivo, quando venne bloccato insieme ad altre due persone, tra cui il capopiazza Roberto Bile (recentemente riarrestato e poi scarcerato). Anche in quel frangente a entrare in azione erano stati i carabinieri, i quali, al termine di una meticolosa attività di indagine, avevano eseguito cinque ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip di Napoli su richiesta della Procura di Napoli. Spaccio, evasione, favoreggiamento reale, resistenza e violenza a pubblico ufficiale i reati contestati al gruppo ritenuto vicino al clan Notturno.
Erano stati i militari dell’Arma a chiudere dunque il cerchio attorno ai responsabili della piazza di kobret, eroina e crack. In carcere erano così finiti Roberto Bile, che secondo l’informativa dei militari è uno dei reggenti dello Chalet Bakù. Era lui che ai domiciliari spacciava droga agli acquirenti di turno. A cedergliela era Ernesto Crimaldi, mentre il “contabile” del gruppo era diventato Leopoldo Marino, entrambi finiti in galera con Bile. Pochi giorni prima i militari erano riusciti, con appostamenti, a notare l’attività di spaccio di Bile, almeno cinque cessioni di droga, ma quando sono entrati in azione sono stati ostacolati da Giuseppe Esposito, nonno del pusher, e da Assunta Esposito, sua zia: entrambi erano però riusciti a cavarsela con il solo obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. I due riuscirono a far scappare Bile che però è stato comunque rintracciato dai militari dell’Arma, i quali avevano anche sequestrato in casa sua la droga che riforniva la piazza di spaccio di Scampia. Nonostante la costante attenzione delle forze dell’ordine, il business della droga all’ombra delle Vele sembra però non conoscere crisi né sosta. Tra l’altro, appena poche settimane fa, era stato nuovamente arrestato proprio Bile, storicamente in rapporti di “affari”, con Leopoldo Marino. Quest’ultimo, dopo le formalità burocratiche di rito, si trova adesso in attesa delle disposizioni dell’autorità giudiziaria.
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