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Meno omicidi a Napoli e dintorni, la nuova strategia dei clan

Meno omicidi a Napoli e dintorni, la nuova strategia dei clan

NAPOLI. La diminuzione degli omicidi tra Napoli e provincia degli ultimi anni non è frutto di casualità o né di corsi e ricorsi storici, ma il risultato di una precisa nuova strategia dei clan di camorra. Lo scrivono e lo pensano inquirenti e investigatori motivando la conclusione sulla base di notizie acquisite, anche attraverso i collaboratori di giustizia, e di riscontri sul campo. Le cosche, quando a capo ci sono ras vecchio stampo, preferiscono risolvere i contrasti con accordi e compromessi per evitare spargimenti di sangue che porterebbero a inevitabili pressioni delle forze dell’ordine.

Quando invece sono i giovani al comando, quindi più irruenti e istintivi, le controversie provocano soprattutto “stese” e non agguati per uccidere. In tutti i casi, comunque, l’obiettivo è il profitto economico e non più l’affermazione di tipo militare. Anche a costo di doversi dare i classici pizzichi sulla pancia. Ecco alcuni passaggi dell’ultima relazione della Dia (Direzione investigativa antimafia) sul cambio di strategia della criminalità organizzata nel Napoletano, pur partendo l’analisi dalle differenze tra mafia e camorra circa l’unicità della prima rispetto alle differenziazioni della seconda.

«La camorra resta per dinamiche e metodi un fenomeno macro-criminale dalla configurazione pulviscolare-conflittuale. Le diverse organizzazioni criminali sono tra loro autonome ed estremamente eterogenee per struttura, potenza, forme di radicamento, modalità operative e settori criminali ed economici di interesse. Queste peculiarità le contraddistinguono dalle mafie organicamente gerarchizzate come cosa nostra siciliana e ne garantiscono la flessibilità, la propensione rigenerativa e la straordinaria capacità di espansione affaristica. Infatti, i clan campani pur essendo connotati in genere da una forte “interpenetrazione” con il tessuto sociale in cui si inquadrano, rimodulano di volta in volta gli oscillanti rapporti di conflittualità, non belligeranza e alleanza in funzione di contingenti strategie volte a massimizzare i propri profitti fino ad arrivare, per i sodalizi più evoluti, alla costituzione di veri e propri cartelli e holding criminali». Dall’analisi ne discende «il contenimento, in linea di massima, del numero degli omicidi di matrice camorristica il più delle volte ormai paradossalmente ascrivibili proprio a politiche di “prevenzione” e/o logiche di epurazione interna, finalizzate a preservare gli equilibri complessivi e a controllare ogni spinta centrifuga». Ecco la chiave per capire la nuova strategia che ha avuto come conseguenza la diminuzione degli numero di omicidi: un fenomeno che continua da anni e che non poteva essere quindi dovuto al caso.

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