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30 Settembre 2021 - 07:00
Il 14enne, fratello di Costantino, fu ucciso a San Giovanni a Teduccio.Vincenzo Amodio e Andrea Andolfi evitano l’ergastolo col rito abbreviato
NAPOLI. Trenta anni di reclusione a testa ed ergastolo evitato per i due presunti esecutori materiali dell’omicidio di Giovanni Gargiulo, un 14enne di San Giovanni a Teduccio che aveva la sola colpa di essere il fratello di Costantino: killer dei Formicola, autore dell’agguato mortale a Salvatore Cuccaro, che si era pure pentito. Troppo per i “Cuccarielli” di Barra, e così fu organizzata la vendetta trasversale contro il minorenne, compiuta nell’estate del 1998.
LA SENTENZA. Dopo varie vicissitudini giudiziarie ieri si è concluso l’ennesimo atto del processo: con rito abbreviato sono stati condannati Andrea Andolfi detto “’o minorenne”, 46enne, e Vincenzo Amodio di 10 anni più grande. Il giudizio si è svolto con rito abbreviato. Andrea Andolfi era difeso dagli avvocati Leopoldo Perone e Michele Basile mentre Vincenzo Amodio era assistito dai penalisti Giuseppe Milazzo e Daniele De Cicco. Secondo la ricostruzione dellpubblica accusa c’erano più motivi per eliminare Giovanni Gargiulo per la “legge” del clan e uno di questi era che suo fratello Costantino aveva partecipato all’omicidio di Salvatore Cuccaro in quanto affiliato al clan Formicola di San Giovanni a Teduccio.
IL COLLABORATORE. Come ha raccontato in videoconferenza il collaboratore di giustizia Gaetano Cervone, ex killer e ras dei “Cuccarielli” nonché affiliato storico alla cosca barrese. «Michele Cuccaro venne a trovarmi nella zona della cosiddetta “Villa”, dove ho trascorso quasi tutta la mia latitanza e dove sono stato poi arrestato. Cuccaro mi disse che aveva intenzione di colpire Costantino Gargiulo perché non solo faceva parte del gruppo Formicola, ma si era saputo che aveva fatto da filatore nell’omicidio di Salvatore Cuccaro. Il giorno dell’omicidio Michele Cuccaro mi raggiunse nel posto che noi chiamavamo il corso Sirene e mi disse che il lavoro era stato fatto». Secondo la procura antimafia il “lavoro” era l’omicidio del ragazzo. Tutto era andato come doveva andare e Gargiulo era stato ammazzato. Poi Gaetano Cervone detto “Bi” scese nei particolari del delitto e riferisce chi secondo lui erano stati i responsabili. «Fu Cuccaro a dirmi che erano stati Vincenzo Amodio e Andrea Andolfi».
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