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Inchiesta "Grandi Opere", Incalza ai domiciliari

Inchiesta "Grandi Opere", Incalza ai domiciliari

L'ex dirigente di vertice del ministero delle Infrastrutture è coinvolto nell’inchiesta della procura di Firenze. 

ROMA. Ercole Incalza, ex dirigente di vertice del ministero delle Infrastrutture coinvolto nell’inchiesta della procura di Firenze sulle grandi opere, ha ottenuto gli arresti domiciliari a Roma. A dirlo l’avvocato Titta Madia. «Ora Incalza, con maggiore serenità, può iniziare a preparare la sua difesa - spiega il legale all’Adnkronos -. Ha appreso la notizia con grande sollievo». Il provvedimento è stato preso dal giudice Angelo Antonio Pezzuti nonostante il pubblico ministero avesse dato parere contrario all’accoglimento delle istanze degli avvocati Titta e Nicola Madia. Nel provvedimento il giudice sottolinea «devono ritenersi attenuate le esigenze cautelari. Il periodo di tempo trascorso dall’indagato in regime di custodia in carcere sembra aver esercitato in soggetto assolutamente nuovo all’esperienza carceraria e di età avanzata, una adeguata efficacia deterrente verso il pericolo di recidiva. Le esigenze cautelari appaiono attenuate anche in considerazione dell’espletamento da parte degli inquirenti delle prime indagini strettamente connesse all’esecuzione delle misure cautelari». Tra le prescrizioni sono quelle «dell’assoluto divieto di comunicare anche a mezzo computer, telefono o fax con persone diverse dagli stretti familiari o da quelle che con lui coabitano». 

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