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Camorra, polveriera Napoli

Camorra, polveriera Napoli

 I Mazzarella di nuovo al comando del centro storico, fari puntati sul nuovo asse tra il rione Sanità e Fuorigrotta

NAPOLI. È nel centro storico di Napoli che si registra la più alta concentrazione di gruppi camorristici, ma a occupare uno spazio centrale nello scacchiere malavitoso è sempre il clan Mazzarella. Unica organizzazione, come più volte sottolineato dalla Dda, alternativa all’Alleanza di Secondigliano con cui attualmente è in atto una tregua duratura dopo un periodi turbolenza. Secondo la Dia i “mazzarelliani” hanno ripreso il sopravvento, anche se la situazione è di sostanziale parità, tra Forcella, la Maddalena, i Tribunali e i Decumani. Così come a San Giovanni a Teduccio ha subito uno stop il predominio dei nemici Rinaldi, durato fino a quando la maggior parte dei fratelli ras è rimasto in libertà. Nel quartiere Forcella, compresi i relativi rioni, il clan Mazzarella ha riacquisito il controllo di buona parte della zona potendo contare sui rapporti con i Buonerba (Forcella), i Ferraiuolo (Maddalena) e i Perez (Decumani).

Allargando appena di poco lo scenario è da tempo in atto un asse di camorra con i Sequino (Sanità), i Caldarelli (Case Nuove), i Frizziero (zona Torretta) e gli Zazo (Fuorigrotta). Inoltre, sfruttando strategiche alleanze con altri gruppi e affiliazioni di autorevoli figure criminali presenti nella periferia e nei territori della provincia, i Mazzarella stanno confermando una politica di graduale espansione soprattutto verso le zone sudorientali della città. Ne rappresentano la prova il legame sempre solido con i D’Amico (“Gennarella”) di via Nuova Villa e con il neonato gruppo Formisano di San Giorgio a Cremano, con i quali avrebbe stretto un patto d’acciaio finalizzato ad arginare i sodalizi avversari (Sibillo dei Decumani e Rinaldi di San Giovanni) in relazione a possibili tentativi di recuperare i territori perduti.

La contrapposizione tra i due schieramenti è stata oggetto anche del processo nel cui ambito l’8 settembre 2020 il Tribunale di Napoli ha pronunciato una sentenza di condanna a caricodi affiliati ai Luongo-D’Amico e Terracciano, gruppi satelliti dei Mazzarella, ritenuti mandanti ed esecutori dell’omicidio di un elemento di vertice del clan Rinaldi consumato il 9 aprile 2019 davanti a una scuola del Rione Villa: Luigi Mignano, cognato dei Rinaldi. Nei nuovi assetti della cosca Mazzarella sarebbe risultata determinante la scarcerazione di alcuni elementi eccellenti come quella di un pregiudicato considerato il reggente al Mercato, che avrebbe immediatamente selezionato i propri fedeli referenti collocandoli in zone strategiche per gestire gli interessi del sodalizio. Tra questi un cugino di assoluto spessore criminale a cui avrebbe affidato la responsabilità di Poggioreale e del rione Luzzatti, zone contese ai Contini (Alleanza di Secondigliano). La gestione degli affari illeciti nell’area dei Decumani, visto lo stato di detenzione di un giovane emergente capo del gruppo Perez, cui era precedentemente attribuita, sarebbe stata assegnata invece a un personaggio di maggiore esperienza: uno storico pregiudicato di Forcella.

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