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11 Ottobre 2021 - 07:00
Notte di sangue a Secondigliano, il raid dopo lo sgarro ai nuovi capizona.Luigi Giuseppe Fiorillo freddato con dieci colpi di pistola in via dell’Arco
NAPOLI. Negli ambienti investigativi non era considerato un camorrista, ma la sua fedina penale era tutt’altro che immacolata. Nota era anche la sua amicizia con alcuni degli esponenti del clan Di Lauro: e proprio per un affronto a uno dei nuovi capizona secondiglianesi sarebbe stato assassinato con un boss. I killer hanno agito a colpo sicuro: sapevano quando e dove trovarlo, cioè in uno dei luoghi in cui più si sentiva al sicuro. E così per Luigi Giuseppe Fiorillo, 19 anni compiuti ad aprile, non c’è stata alcuna possibilità di scampo.
Centrato da dieci colpi di pistola, è morto in una pozza di sangue nel giro di una manciata di istanti. Dopo l’ultima feroce escalation di violenza scoppiata a Ponticelli, le notti napoletane si macchiano di piombo e sangue anche nel quartiere Secondigliano. Il commando ha agito quando mancavano pochi minuti alla mezzanotte di ieri. I killer sono entrati in azione davanti il civico 20 di via dell’Arco, zona del quartiere da tempo immemore identificata come la roccaforte del potente clan Di Lauro. Il giovane Fiorillo in quel momento di trovava in compagnia di alcuni conoscenti, almeno una decina di persone, nei pressi di un circolo ricreativo. Non ha neppure avuto il tempo di rendersi conto di cosa stesse per accadere che in un battito di ciglia si è ritrovato nel mirino del gruppo di fuoco I sicari hanno infatti sparato all’impazzata e ad alzo zero: segno inequivocabile che l’obiettivo del raid era proprio lui. Trafitto al torace e in altri punti del corpo da dieci colpi di pistola calibro 7,65, il 19enne è praticamente morto sul colpo. In pochi istanti sulla strada è piombato il coprifuoco. All’arrivo della polizia, infatti, nessun testimone era più presente sulla scena del delitto.
Dopo i rilievi tecnici di routine, gli investigatori della Squadra mobile non hanno comunque perso tempo e si sono subito messi al lavoro scandagliando i recenti trascorsi della vittima. Luigi Giuseppe Fiorillo, nonostante la giovanissima età, era già un volto piuttosto noto agli archivi delle forze dell’ordine. Il 19enne non aveva alle spalle precedenti di natura associativa, ma in alcune occasioni è stato fermato e controllato mentre si trovava in compagnia di alcuni uomini ritenuti affiliati al clan Di Lauro e, stando almeno alle prime ipotesi investigative, sul delitto ci sarebbe proprio la firma della cosca di cupa dell’Arco. È questa dunque la pista maggiormente battuta in queste ore dagli investigatori che stanno provando a individuare con precisione dinamica e movente. Due, in sella a uno scooter sarebbero arrivati in via dell’Arco, sotto casa del capoclan e fatto fuoco contro il giovane che era in compagnia di una decina di persone. Nessun testimone, nessuna telecamera. Ma un sospettato potrebbe essere stato già individuato. L’omicidio ha anche un valore simbolico, essendo stato commesso sotto casa del boss. Il contesto nel quale l’agguato sarebbe maturato sarebbe invece quello dello spaccio di droga: ambito nel quale Fiorillo avrebbe pestato i piedi alla persona sbagliata
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