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Holding del contrabbando, presa la gang del “Buvero”

Holding del contrabbando, presa la gang del “Buvero”

L’organizzazione avrebbe trafficato 27 tonnellate di sigarette

NAPOLI. Un’inchiesta con numeri imponenti: diciassette misure cautelari eseguite all’alba di ieri; 27 tonnellate di sigarette movimentate tra il 2015 e il 2017; quasi 3 milioni di euro il valore di mercato. Da tre famiglie dedite ai traffici di tabacchi lavorati esteri, con basi tra Porta Nolana e il quartiere Mercato, l’indagine si è allargata a “minutanti”, fornitori e grossisti. Cosicché i comandi provinciali dei carabinieri e della guardia di finanza di Napoli hanno eseguito un provvedimento cautelare emesso dal giudice delle indagini preliminari del tribunale di Napoli nei confronti degli indagati gravemente indiziati di associazione per delinquere finalizzata al contrabbando. Per uno dei destinatari della misura cautelare è stata applicata la custodia in carcere, per sette di essi gli arresti domiciliari; altri sette hanno incassato il divieto di dimora nella provincia di Napoli mentre per due è scattato l’obbligo di dimora.

Tutti da considerare innocenti fino a condanna definitiva (eventuale), accusati a vario titolo di aver costituito e fatto parte di sodalizi attivi nella commissione di reati inerenti al contrabbando di tabacchi lavorati esteri provenienti dall’Est Europa e introdotti in Italia per alimentare il mercato clandestino campano. Già erano stati sequestrati, e successivamente confiscati, “ immobili utilizzati per lo stoccaggio delle sigarette di contrabbando per un valore di oltre 250.000 euro. Tre erano i gruppi familiari autonomi investigati, operativi a Napoli nelle zone di Porta Nolana, piazza Mercato, via Sant’Antonio Abate e Forcella e nell’area metropolitana tra Cardito, Frattaminore, Casoria e Melito di Napoli. Indagando su di essi sono emerse le condotte più gravi che hanno portato al carcere per Ivan D’Onofrio; agli arresti domiciliari per i fratelli Carmine e Salvatore D’Onofrio (padre di Ivan), Massimo Vivo (zio di Ivan), Ciro Montagna; Carmine Polito; Luigi Giugliano Tucci e Michele Ruoppolo; al divieto di dimora nella provincia di Napoli per Salvatore De Masi, Antonio Andolfi, Gennaro D’Onfrio, Luigi Montagna, Francesco Condemi, Domenico Marrazzo e Annarita Prudente.

Obbligo di dimora a Napoli invece per Salvatore Pezzella e Pasquale Battimiello.I sodalizi, inseriti in un livello intermedio nella catena distributiva delle sigarette di contrabbando, disponendo di locali adibiti a magazzini clandestini intestati a diversi prestanome, hanno gestito il mercato illegale delle sigarette canalizzando le forniture ai minutanti di posti fissi (le “bancarelle”) secondo i differenti flussi di domanda, dipendenti dalla qualità e dai prezzi praticati. Nel corso delle indagini, che sono state svolte tra l’estate del 2015 ed il 2017, sono stati individuati e monitorati sia gli immobili destinati a deposito della “merce” (box, garage, sottoscala, appartamenti) che gli automezzi utilizzati di volta in volta per le consegne ai clienti: generalmente auto di piccola cilindrata ma capaci di occultare fino a tre casse di sigarette. In particolare i depositi si trovavano tra i vicoli del Borgo Sant’Antonio Abate e in vico Soprammuro, nella popolare zona di piazza Mercato. Le marche più commercializzate dalla holding di contrabbandieri erano Marlboro, Regina, Rothmans, Chesterfield, Minsk e Marblè, con prezzi variabili a seconda della differente qualità e della provenienza estera.

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