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Case Celesti sotto assedio: dieci arresti nel clan Marino

Case Celesti sotto assedio: dieci arresti nel clan Marino

Indagati anche la vedova del boss, Tina Rispoli, e il rampollo Crescenzo. Mafia e traffico di droga, i pentiti innescano un nuovo blitz a Secondigliano

NAPOLI. Schiacciati dai pentimenti eccellenti e da una sfilza di intercettazioni, i nuovi ras della mala secondiglianese si ritrovano ancora una volta all’angolo. È questo il prequel che ha dato il Là all’ennesima all’alba di manette nel cuore della periferia nord di Napoli e a finire nel mirino degli inquirenti è il temibile clan Marino. Dieci gli arresti disposti, di cui nove eseguiti, e ben trentadue gli indagati. Tra questi ultimi anche alcuni nomi ormai noti della cronaca partenopea: su tutti quelli di Immacolata Rispoli, nota come “Tina”, vedova del defunto boss Gaetano Marino “moncherino”, e il nipote Crescenzo Marino. Tra i destinatari della misura di custodia cautelare in carcere spicca invece Roberto Manganiello, storico reggente delle Case Celesti recentemente dissociatosi dai suoi trascorsi di malavitoso. Il provvedimento eseguito mercoledì mattina compendia gli esiti di un’articolata attività investigativa svolta dalla polizia di Stato sotto il coordinamento della Procura di Napoli, su due individui che, nel quartiere Secondigliano, a bordo di uno scooter, avevano tentato di rapinare una donna del proprio orologio Rolex.

Le indagini hanno in seguito permesso di raccogliere indizi circa l’esistenza di due diversi gruppi, operativi nelle zone di Cappella a Pontenuovo, alle Case Nuove e a Gianturco, dediti alla vendita al dettaglio di diverse tipologie di sostanze stupefacenti, e hanno consentito agli investigatori di arrestare in flagranza di reato alcuni dei pusher e sequestrare diversi quantitativi di droga. Ma le accuse principali, come si evince dalle 88 pagine del provvedimento firmato dal gip Anna Tirone, sono quelle di associazione mafiosa e traffico di droga. Della prima, in particolare, rispondono Roberto Manganiello, Maddalena Imperatore, Lorenzo Celentano, Mariano Isaia, Luigi Cioffi, Gaetano Magro, Crescenzo Marino, Mario Attrice, Immacolata Rispoli, Salvatore Sanges, Raffaele Barretta, Francesco Montemurro e Marco Scagione, tutti a vario titolo ritenuti coinvolti negli affari della cosca capeggiata dai fratelli Marino. Manganiello e Imperatore sarebbero stati i promotori e direttori del clan; Celentano, insieme al defunto Domenico Gargiulo, il luogotenente. Rispoli e il figlio Crescenzo, stando alla ricostruzione dei pm, avrebbero partecipato alla gestione della cassa del clan, percependo anche una quota sociale. Gli altri indagati devono invece rispondere di un lungo elenco di episodi di spaccio e detenzione di droghe di ogni tipo: reati che sarebbero stati consumati dal 2015 ad oggi.

La base dell’organizzazione si sarebbe confermata ancora una volta la roccaforte delle Case Celesti. Il gip, accogliendo in parte le richieste del pm, ha disposto il carcere soltanto per Roberto Manganiello, 40 anni, Maddalena Imperatore, 40 anni; Luigi Cioffi (che sarebbe al momento irreperibile), 35 anni, Gaetano Magro, 47 anni, Mariano Isaia, 46 anni, Lorenzo Celentano, 26 anni, Ciro Peluso, 24 anni, Marco Scaglione, 32 anni, Francesco Montemurro, 44 anni, e Salvatore Sanges, 32 anni. 

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