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19 Ottobre 2021 - 07:00
Rischiano anche i ras Arcangelo Abete ed Enzo Notturno.Rischio stangata per il boss Marino: invocato l’ergastolo
NAPOLI. La Procura non arretra e, dopo le condanne ottenute in primo grado lo scorso anno, chiede una nuova stangata per gli storici ras della faida di Scampia. A rischiare grosso è però adesso soprattutto il boss delle Case Celesti, Gennaro Marino “McKay”, per il quale il pg ha invocato innanzi alla quinta sezione della Corte d’assise d’appello la pena dell’ergastolo: nel rito abbreviato lo storico capozona secondiglianese era riuscito a cavarsela con vent’anni di reclusione.
Lui e Arcangelo Abete erano stati, per la cronaca, gli unici a non ammettere gli addebiti. Quattro omicidi per la prima faida di Scampia, nonostante le rivelazioni fornite da una raffica di collaboratori di giustizia l’inchiesta era uscita parzialmente indebolita alla fine del processo di primo grado andato a sentenza nel novembre scorso. Fine pena mai, dunque, per i ras Arcangelo Abete ed Enzo Notturno. Otto collaboratori di giustizia avevano consentito, a distanza di 15 anni, grazie alla tenacia degli inquirenti e degli investigatori napoletani, la svolta nelle indagini nel giugno 2019.
L’ultimo passaggio importante erano state le dichiarazioni di Gennaro Notturno “’o Sarracino”, esponente di spicco del clan omonimo alleato degli Abete-Abbinante-Aprea e all’epoca dei fatti “scissionista” dal clan Di Lauro Erano gli anni della prima faida di Secondigliano e Scampia e i delitti chiariti risalgono proprio a quel periodo: gli agguati mortali a Raffaele Duro e Salvatore Panico, a Federico Bizzarro e a Pasquale De Gaetano detto “Spasiello”, cugino del boss Paolo Di Lauro. I primi tre voluti (secondo l’accusa e ferma restando la presunzione d’innocenza di tutti gli imputati fino all’eventuale condanna definitiva) da Cosimo Di Lauro, mentre il quarto sarebbe stato ordinato da Cesare Pagano detto “Cesarino”. Tra i capi d’imputazione contestati ci sono anche il porto e la detenzione di armi da fuoco e l’occultamento di cadavere (nel caso di De Gaetano, gettato in un pozzo a Licola). Il giudice di primo grado aveva però deciso di accogliere in parte le richieste di pena della Dda, condannando all’ergastolo soltanto i ras Arcangelo Abete e Vincenzo Notturno. Queste le altre condanne inflitte per gli esponenti di primo piano del cartello degli Scissionisti: Gennaro Notturno, 9 anni e 4 mesi; Cesare Pagano (difeso da Domenico Dello Iacono), 18 anni e 8 mesi; Raffaele Amato (difeso da Domenico Dello Iacono), 18 anni e 8 mesi; Gennaro Marino (difeso da Luigi Senese), 20 anni di reclusione; Carmine Amato (difeso da Luigi Senese), 4 anni, Lucio Carriola, 20 anni; Carmine Pagano (difeso da Luigi Senese), 3 anni e 4 mesi. Assolti Antonio Montanino e Antonio Pezzella per non aver commesso il fatto. Stralciate, invece, per problemi di salute le posizioni di Ciro Mauriello e Rito Calzone. Per tutti gli imputati, a eccezione di Marino, la Procura ha adesso chiesto la conferma delle condanne di primo grado.
Le indagini si erano avvalse delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Gennaro Notturno, Rosario Guarino “Joe banana”, Antonio Prestieri, Luigi Secondo, Carlo Capasso, Antonio Caiazza, Antonio Pica, Carmine Cerrato. Intercettazioni e riscontri hanno poi permesso di fare luce sul duplice omicidio di Raffaele Duro e Salvatore Panico, avvenuto a Mugnano il 22 gennaio 2004; sulla morte violenta di Federico Bizzarro (26 aprile 2004 a Qualiano), e su quella di Gaetano De Pasquale, 26 anni, assassinato l’1 novembre 2004.
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