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19 Ottobre 2021 - 19:04
La Corte di Appello di Napoli, quarta sezione penale, in riforma della sentenza emessa il 27 giugno 2019 dal Gup del Tribunale di Napoli, pur ridimensionandolo nelle pene inflitte, ha confermato l’intero impianto accusatorio elevato nei confronti di affiliati al clan Moccia. Il giudizio di appello ha visto confermare la responsabilità penale per ben 21 affiliati alla compagine criminale, con una sola sorprendente eccezione: l’assoluzione di Maria Favella, figlia del boss Francesco, condannata in primo grado a 9 anni di reclusione per partecipazione al clan, decisione ribaltata in toto nel giudizio di appello. Eppure, la posizione della donna sembrava compromessa atteso che durante i colloqui carcerari con il padre furono sequestrati dei pizzini destinati a veicolare all’esterno i messaggi di Favella verso gli affiliati liberi. Nonostante ciò i difensori della donna, gli avvocati Dario Vannetiello e Teresa Sorrentino, sono riusciti a far ribaltare la sentenza di condanna nei confronti della Favella. Da segnalare che la Corte di appello ha rigettato l’impugnazione proposta dalla Procura della Repubblica che chiedeva l’inapsrimento delle pene inflitte ai numerosi imputati.
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