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25 Ottobre 2021 - 07:00
Cugino del capoclan, era da poco tornato libero dopo una lunga condanna.Umberto Galiero fermato a Barra con un revolver carico e oltre 1.400 euro
NAPOLI. Al momento non è ancora chiaro per quale motivo si aggirasse con un revolver tra le strade di Napoli Est, di certo c’è però che proprio per il possesso di quell’arma per lui, Umberto Galiero, mazzarelliano di ferro, si sono rispalancate le porte del carcere di Poggioreale dopo appena tre anni trascorsi in libertà. Sabato sera gli agenti del commissariato San Giovanni-Barra (dirigente Carosella, ispettore superiore Miatto, ispettore Raiola, sovrintendenti Sorrentino e Luongo) e i Falchi della Squadra mobile (dirigente Fabbrocini, commissario capo Lamanuzzi), nel transitare in via delle Ninfe, nel quartiere Barra, hanno notato un uomo che, alla loro vista, ha tentato di allontanarsi per eludere il controllo. La mossa non è passata inosservata agli occhi degli agenti, che infatti si sono subito lanciati al suo inseguimento. I poliziotti lo hanno così raggiunto e bloccato, trovandolo in possesso di una pistola revolver Smith & Wesson calibro 357 Magnum caricata con sei cartucce e 1.480 euro di cui non ha saputo giustificare la provenienza. Umberto Galiero, 43enne napoletano con una sfilza di precedenti di polizia alle spalle, è stato arrestato per porto abusivo di arma clandestina e ricettazione. L’arma sequestrata è stata intanto inviata ai tecnici della Scientifica per accertarne l’eventuale impiego in recenti fatti di sangue o raid di stampo intimidatorio.
Quello di Galiero, cugino del boss Roberto Mazzarella domiciliato a San Giorgio a Cremano, è un volto ben noto agli archivi delle forze dell’ordine e alle pagine di cronaca nera e giudiziaria. Il suo ultimo arresto risaliva al 2009, quando venne stanata al termine di un periodo trascorso in latitanza. All’epoca i carabinieri del Ros lo avevano arrestato al termine di un’indagine andata avanti per due anni.
Il ricercato era stato sorpreso dai militari dell’Arma nel quartiere Poggioreale di Napoli all’interno dell’appartamento del padre Ciro insieme a quest’ultimo, alla convivente, alla madre Patrizia, al fratello Salvatore e alla cognata. Pendevano a suo carico un provvedimento cautelare e una sentenza di condanna a dodici anni di reclusione per associazione per delinquere di tipo mafioso, concorso in omicidio, traffico di sostanze stupefacenti, estorsione ed altri gravi delitti. In seguito Galiero ha saldato il proprio debito con la giustizia e nel 2018 è quindi ritornato a piede libero. Il 43enne di San Giovanni a Teduccio potrebbe però aver deciso di non mettere ancora la testa a posto. Gli investigatori della Polstato stanno dunque cercando di capire per quale motivo Galiero si aggirasse per Barra con un revolver carice pronto all’uso, e con oltre mille euro in contanti. Quel denaro stava per essere consegnato o era stato appena prelevato? Sul punto, gli inquirenti vogliono adesso vederci chiaro: il diretto interessato, sul punto, non ha però profferito parola. Ad ogni modo il clan Mazzarella, dopo i recentissimi contraccolpi giudiziari subiti dai rivali, sembra essere tornato il clan egemone non solo a San Giovanni, ma in tutto l’hinterland est.
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