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Evasione fiscale da 90 milioni, domiciliari a imprenditore

Evasione fiscale da 90 milioni, domiciliari a imprenditore

Collocando la sede delle società nel paradiso fiscale delle Isole Marshall, nonostante fossero gestite dall'Italia, sarebbe riuscito a sottrarre alla tassazione italiana un imponibile pari a circa 90 milioni di euro tra il 2014 e il 2019. Il nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli ha eseguito un'ordinanza del gip di Napoli nei confronti di Massimiliano Coppola, 50enne imprenditore indagato per aver agito come "amministratore di fatto" di quattro società operanti nel trasporto marittimo internazionale di prodotti petroliferi gassosi.

Contestualmente, sono in corso sequestri di denaro, beni mobili e immobili e quote societarie fino a circa 23 milioni di euro, ovvero il valore dell'imposta evasa determinata applicando le aliquote previste ai ricavi che si assumono nascosti al fisco. Le ipotesi di reato contestate sono omessa dichiarazione dei redditi delle società, dichiarazione infedele dei redditi personali e autoriciclaggio.

Le indagini coordinate dalla Procura di Napoli hanno consentito di portare alla luce una complessa architettura societaria che sarebbe stata finalizzata all'evasione fiscale e alla schermatura dei soggetti proprietari. Le quattro società erano partecipate da una capogruppo, anch'essa residente nelle Isole Marshall, che a sua volta avrebbe avuto come socio unico un trust di diritto cipriota.

Secondo quanto emerso dalle indagini, scattate a seguito di una verifica dell'Agenzia delle Entrate nella società amministrata dall'indagato e operante nel settore del trasporto marittimo di gas attraverso il noleggio di navi a scafo nudo, Coppola aveva spostato la propria residenza in Spagna e, al fine di sviare le indagini, si era avvalso di un numero di telefono intestato a un uomo pakistano.

Le società estere titolari delle navi gasiere, inoltre, risulterebbero intestate a un prestanome di nazionalità portoghese a cui l'indagato, amministratore di fatto delle società armatoriali, avrebbe sottoposto la documentazione da firmare mediante la collaborazione di uno studio legale nell'isola di Madeira. I profitti conseguiti con gli indebiti risparmi d'imposta sarebbero stati riciclati attraverso investimenti, in particolare negli Emirati Arabi Uniti.

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