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30 Ottobre 2021 - 16:18
La procura di Napoli ha disposto il fermo di Vincenzo Palumbo, 53 anni, «gravemente indiziato del duplice omicidio di Giuseppe Fusella, di 26 anni, e di Tullio Pagliaro, di 27 anni» ieri notte a Ercolano. Lo fa sapere lo stesso procuratore aggiunto di Napoli Pierpaolo Filippelli.
Dalle indagini svolte «risulta» che l'indagato «aveva esploso, dopo la mezzanotte, 11 colpi d'arma da fuoco con una pistola Beretta calibro 40, regolarmente detenuta all'indirizzo degli occupanti di Fiat Panda» che si andava allontanando.
LE VITTIME NON AVEVANO ARMI. «Le vittime, entrambe incensurate, non detenevano armi da fuoco o di altro genere, né strumenti atti allo scasso o per agire travisati. Nessun altro elemento risulta acquisito per ipotizzare che le vittime si trovassero in quel luogo per commettere furti o altro genere di reati contro il patrimonio o la persona» si precisa.
I due giovani sono stati «colpiti mortalmente alla testa dai proiettili che hanno perforato il tetto dell'autovettura, complessivamente raggiunta da 5 colpi d'arma da fuoco». Nella nota il procuratore spiega che «dalle immagini di sistema di video sorveglianza acquisite, risulta altresì che tutti i colpi sono stati esplosi mentre l'auto era in movimento e si allontanava dall'abitazione di Palumbo».
«Prima di disporre il fermo il pubblico ministero ha proceduto all'interrogatorio della persona sottoposta all'indagine il quale ha riferito di essere stato svegliato dal suono del sistema di allarme della propria abitazione e che dopo aver preso la pistola, che ogni notte custodiva sotto al letto a causa di un furto subito in casa in data 4 settembre 2021 ad opera di ignoti - continua la procura - si era precipitato fuori al terrazzo per respingere temuti ladri o rapinatori».
«HO VISTO UN GIOVANE IN FUGA DA CASA MIA». «L'indagato ha altresì riferito di aver visto un giovane in fuga all'interno della sua proprietà, il quale, alle sue grida, sarebbe fuggito a bordo della Fiat bianca che lo avrebbe atteso con il motore acceso - continua la Procura - L'indagato dichiarava, altresì, di aver esploso 4 o 5 colpi d'arma da fuoco nonostante la pistola si fosse inceppata dopo l'esplosione del primo. Gli esiti documentati delle indagini delegate ai Carabinieri della Compagnia di Torre del Greco contraddicono allo stato la tesi difensiva».
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