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03 Novembre 2021 - 07:00
Minacce di morte a un commerciante straniero, in manette il 53enne Raffaele Aida: è ritenuto vicino ai Contini
NAPOLI. «Ti spezzo le gambe se non paghi». Frasi minacciose, toni e comportamenti tipici della criminalità mafiosa, una richiesta di “pizzo” esplicita, addirittura la “gambizzazione” per non aver pagato. Ecco perché da ieri si trova in carcere Raffaele Aida, napoletano del Vasto di 53 anni, ritenuto vicino ai Contini, destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Napoli ed eseguita dai poliziotti della Squadra mobile della questura guidati dal dirigente Alfredo Fabbrocini. Proprio gli investigatori con base al terzo piano del palazzone di via Medina (in particolare la sezione “Criminalità organizzata” diretta dal vice questore Andrea Olivadese) hanno condotto le indagini, avviate dopo che la vittima aveva subito pesanti pressioni di stampo camorristico.
Una volta acquisiti gli indizi la procura antimafia ha chiesto e ottenuto il provvedimento restrittivo. L’uomo avrebbe agito con un complice non ancora identificato. I poliziotti della Squadra mobile della questura si sono mossi dopo aver appreso che un extracomunitario, un nigeriano regolare sul territorio italiano e gestore di un negozio di prodotti etnici, era finito sotto estorsione.
Le indagini sono state complesse perché la vittima non conosceva gli estorsori entrati nel suo esercizio commerciale. Uno di essi era, secondo la ricostruzione accusatoria e ferma restando la presunzione d’innocenza fino all’eventuale condanna definitiva, proprio Raffaele Aida. Ma nella ricostruzione degli investigatori non fu lui a profferire le gravi minacce rivolte al cittadino straniero. Il gruppo investigativo che segue la camorra del Vasto-Arenaccia, legata a doppio filo all’Alleanza di Secondigliano, ha eseguito di prima mattina l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, nei confronti di Raffaele Aida, nato a Napoli il 24 novembre 1967, già noto agli investigatori ma senza denunce a carico per associazione. In effetti né lui né il complice, non ancora identificato, avrebbero fatto riferimento esplicito al clan Contini. Ma il comportamento tenuto nella vicenda e le modalità utilizzate fanno ritenere gravi gli indizi a carico, tant’è che l’accusa formulatè di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso ma non per il ferimento del nigeriano. Il provvedimento cautelare ha quindi a oggetto il tentativo di estorsione posto in essere ai danni del cittadino extracomunitario, gestore con la moglie di una rivendita di prodotti etnici che sitrova nel quartiere Vasto, precisamente in via Venezia.
Le indagini, avviate il 9 dicembre 2019, in seguito al ferimento del negoziante a colpi di arma da fuoco, hanno consentito di attribuire al 53enne le condotte estorsive compiute nelle settimane precedenti l’aggressione armata, con metodi tipicamente mafiosi, correlati all’agire in quella zona cittadina dell’associazione camorristica Contini-Bosti, fondatrice e parte integrante del cartello criminale denominato Alleanza di Secondigliano, che contende ai Mazzarella il controllo delle attività illecite a Napoli.
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