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Detenzione inumana a Napoli, sconto allo stragista dei Sarno

Detenzione inumana a Napoli, sconto allo stragista dei Sarno

Luigi Piscopo prese parte alle fasi deliberative dell’atroce delitto del 1989.Il ras beneficerà di 138 giorni di liberazione anticipata e di un risarcimento

NAPOLI. Per inquirenti e giudici ha fatto parte del direttivo che ha deliberato e organizzato la strage del Bar Sayonara di Ponticelli. Un delitto atroce, quello del novembre 1989, costato la vita a due camorristi (Antonio Borrelli e Vincenzo Meo, affiliati all’emergente gruppo di Andrea Andreotti con il quale i Sarno erano entrati in rotta di collisione) e quattro innocenti: Salvatore Tenaglia, Domenico Guarracino, Gaetano De Cicco e Gaetano Di Nocera. Sei omicidi per i quali il ras Luigi Piscopo “’o pazzignano”, consuocero dell’ex capoclan Ciro Sarno “’o sindaco”, sta attualmente scontando la pena dell’eragastolo.

La sua permanenza in carcere, iniziata nel lontano 2007, non sarebbe però avvenuta secondo tutti i crismi di legge. Il tribunale di Sorveglianza di Livorno ha così riconosciuto a Piscopo la detenzione inumana e degradante per via delle condizioni di sovraffollamento con cui ha dovuto fare i conti durante la sua reclusione negli istituti di Poggioreale, Secondigliano e Opera. Il pronunciamento della Sorveglianza ha premiato le argomentazioni sostenute dal difensore di Luigi Piscopo, l’avvocato Giuseppe Perfetto, il quale, ricostruendo i vari passaggi detentivi del proprio assistito, ha dimostrato che le carceri nelle quali è stato ristretto non rispettavano quanto stabilito dalla legge: sotto la lente della difesa è finita in particolare la questione del sovraffollamento: circostanza che si sarebbe ripetutamente verificata negli istituti napoletani di Poggioreale e Secondigliano, oltre che in quello milanese di Opera.

L’ordinamento - vale la pena ricordarlo - stabilisce oggi che ogni detenuto debba avere in cella a propria disposizione tre-quattro metri quadrati di spazio, al netto degli arredi fissi: il valore in questione, come ribadito di recente dalle Sezioni unite della Corte di Cassazione, deve essere poi accordato ad alcuni “fattori allevianti”, come ad esempio l’eventuale regime con il sistema delle “celle aperte” e le ore d’aria a disposizione.

Preso atto dell’iter detentivo di Luigi Piscopo, la Sorveglianza di Livorno ieri mattina gli ha dunque riconosciuto 138 giorni di liberazione anticipata e un risarcimento danni di natura economica. Pochi mesi fasempre il tribunale di Sorveglianza ha stabilito che non fosse Piscopo più pericoloso e che dunque può in futuro avere la possibilità di beneficiare di permessi premio. Al ras Piscopo è stato contestato il delitto di strage per avere, in concorso con altri affiliati di due nascenti organizzazioni camorristiche, il clan Sarno e il clan Aprea, causato la morte di sei persone per acquisire la supremazia malavitosa sul territorio di Ponticelli. La decisione di organizzare l’agguato da parte dei componenti del clan Sarno, che dopo la scarcerazione di Ciro Sarno si era ricostituito e che aveva stretto una sorta di accordo militare con il gruppo degli Aprea, sarebbe scaturita dalla volontà reciproca di eliminare alcuni degli affiliati al gruppo avverso degli Andreotti. Ed è proprio alle fasi preliminari del raid che avrebbe preso parte il ras Piscopo.

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