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09 Novembre 2021 - 07:00
Solo il mese scorso l’arcivescovo aveva chiesto a tutti di intervenire per salvare questa città da camorra e malaffare
napoli. Solo un mese fa il grido di aiuto dell’arcivescovo di Napoli aveva scosso coscienze e sentimenti: «La camorra sta uccidendo questa città». e in suo soccorso don Mimmo Battaglia aveva lanciato il “Patto educativo”. A distanza di appena trenta giorni oltre cento sono le adesioni già pervenute all’appello lanciato dall’Arcivescovo di Napoli, don Mimmo Battaglia, per un Patto Educativo nella città Metropolitana di Napoli. Un appello «accorato ed inclusivo per iniziare un cammino condiviso, perchè la cura educativa, in quella dimensione di accompagnare e rendere protagonisti del presente e del futuro le nuove generazioni, sia sempre più sentita e vissuta come responsabilità comune».
Battaglia aveva tirato in campo tutte quelle persone che fino a questo momento hanno fatto finta di non vedere e non sapere, perchè anche «la scarsa attenzione della politica, nazionale e locale, che pare essersi abituata al sangue versato in terra partenopea, considerandola alla stregua di un paese in guerra, uccide Napoli. La sta uccidendo ciascuno di noi nella misura in cui fa finta di niente e dimentica che il presente e il futuro della nostra città dipende dall’impegno di tutti». Un percorso, sottolinea sempre l’arcivescovo, «che nasce dal desiderio e dal bisogno di mettere insieme mondo delle istituzioni, mondo ecclesiale, del terzo settore, dell’associazionismo e del volontariato. Un patto educativo - come richiamava nel suo appello l’Arcivescovo - che coinvolga l’intera città metropolitana, abitandone ogni strada, dalle periferie al centro, senza escludere nessuno, mettendo insieme esperienze, ruoli, linguaggi e passioni differenti per dare vita ad un alfabeto comune dell'educare.
Associazioni, cooperative sociali, fondazioni, organizzazioni di categoria, istituti scolastici, istituzioni, organizzazioni del volontariato, realtà già attori protagonisti dell’impegno in campo sociale ed educativo hanno risposto con grande fervore rinnovando la disponibilità ad un impegno corresponsabile e che possa diventare davvero quel segno generativo di un “noi”, di una comunità accogliente, educante, testimone di fiducia e di speranza. Siamo tutti chiamati a farci padri, madri, (famiglia), custodi di tutti quei giovani più fragili, feriti, abbandonati, e che sono figli della nostra terra, figli di tutti. Fratelli - continua monsignor Battaglia - che diventino compagni di vita capaci di ascolto amorevole e paziente, capaci di dialogo costruttivo. Spinti allora da questo desiderio comune e consapevoli che quella dell’educare sia una strada bella, lunga, aperta, a tratti certamente tortuosa, ma che tutti insieme dobbiamo e possiamo percorrere, rinnoviamo ancora l’invito ad aderire: ai rappresentanti di istituzioni, associazioni, agenzie educative, enti del terzo settore e del mondo del volontariato». Un impegno ribadito anche all’apertura del Sinodo poichè è proprio da questo che don Battaglia vuole partire per ridefinire il ruolo di Chiesa a Napoli, ed è dal Sinodo «che comprenderemo come aggiornare e ripensare le nostre strutture pastorali. Insieme ai vescovi ausiliari, seguirò personalmente ogni fase del percorso sinodale». La Curia precisa che le parrocchie non necessitano di formale adesione all’iniziativa, in quanto parte integrante del processo ecclesiale. Inoltre ricorda che in questa prima fase non è previsto il coinvolgimento di singoli cittadini. Per l'adesione al patto scrivere a: pattoeducativo@chiesadinapoli.it.
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