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09 Novembre 2021 - 14:15
La psicologa Drammis: «Squadra di assessori coerente e competente, ora bisogna pedalare»
NAPOLI. Coerenza e competenze. Per la psicologa Letizia Drammis (nella foto), docente di Sviluppo del pensiero e del ragionamento all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, c’è un duplice valore aggiunto nella scelta della squadra che il neo sindaco Gaetano Manfredi ha assemblato per la sfida, «che resta molto difficile» di far ripartire Napoli. Ma soprattutto, chiarisce subito l’esperta di psicologia in contesti istituzionali, «la sfida più difficile e nel contempo più importante da affrontare subito è quella di restituire la speranza ad una città troppo rassegnata».
Da cosa nasce questa valutazione?
«I numeri dell’astensionismo di questa tornata elettorale sono chiari. Rinunciare all’esercizio di un diritto che può determinare un possibile cambiamento significa che ormai si è persa la speranza che il cambiamento stesso possa avvenire. E questa speranza l’ha persa addirittura metà della popolazione napoletana».
Qual è la prima risposta che deve dare Manfredi a questa rassegnazione?
«Non c’è tempo da perdere. Pedali da subito, perché la montagna da scalare è alta e piena di tortuosità. Se dovessi immaginare Manfredi sul lettino di uno psicoterapeuta lo immaginerei a raccontare un sogno ricorrente: quello di trovarsi a sudare in bicicletta in una grande corsa a tappe. Ci vuole un Manfredi alla Fausto Coppi per vincere questo “Giro” così difficile ma nel contempo affascinante».
Coerenza e competenze della squadra che segnale danno ai cittadini?
«Per trasmettere fiducia si deve dare da subito un esempio positivo: la coerenza. E Manfredi ha basato la sua campagna elettorale sull’importanza del civismo, un’assunzione di responsabilità della società civile e della comunità accademica in particolare che andava ben oltre l’aggregazione politica dei partiti e desse poi una nuova governante ‘più libera da influenze’ alla città. E così è stato. Manfredi non si è fatto “rosolare” dai partiti nelle scelte e persino nei tempi».
E le competenze?
«Sembrano quelle giuste. Da cittadino e come ad ogni cittadino mi interessa vedere che ci siano le persone giuste al posto giusto: la tanto disattesa meritocrazia. Che ci sia ad esempio un uomo di legge di comprovate qualità ed esperienze ad occuparsi del grande problema della legalità e del rispetto delle regole. Che ci sia chi nella scuola ci ha speso una vita ad occuparsi di politiche scolastiche. Così come ci conforta che ci sia uno dei massimi esperti italiani di tecniche della costruzioni a sorvegliare una città che purtroppo se ne cade a pezzi».
Resta il nodo della cultura. Ci sono state molte critiche a questa scelta di accentramento effettuata dal sindaco.
«Credo che le critiche alle intenzioni siano sempre sbagliate. A me non piace analizzare la politica con la dietrologia. Non mi interessa ad esempio se la scelta di Manfredi abbia delle similitudini con quella del governatore della Regione Campania ed anzi credo che Napoli potrà giovarsi finalmente di una proficua collaborazione istituzionale che è stata assente negli ultimi dieci anni. Due sono i dati certi. Chi è stato il Rettore di una delle più importanti università italiane è certamente ben qualificato per guidare le politiche culturali di Napoli. L’identità stessa di Napoli è fondata sulla sua storia e sulla sua cultura e trovo giusto ed anche simbolicamente affascinante che sia il suo primo cittadino ad assumersi l’onore e l’onere di rappresentare al meglio il grande potenziale culturale della città che può e deve diventare anche ancor più ‘produttiva’ a livello economico ed occupazionale».
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