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Scambio di killer tra i clan flegrei Il neo pentito tira in ballo Calone

Scambio di killer tra i clan flegrei Il neo pentito tira in ballo Calone

Agguato per un debito, il nipote del boss accusa il sistema di Pianura. L’ex ras degli Esposito rivela: «Antonio ci fornì telefoni e due uomini»

NAPOLI. La faida di Napoli Ovest, con annessi regolamenti di conti, corre sempre più sull’asse Bagnoli-Pianura. Che le cosche dei due quartieri dell’area occidentale della città avessero stretto rapporti d’affari era già emerso da alcune accertamenti investigativi, ma oggi a confermare la circostanza ci pensa Yuseff Aboumouslim, estorsore nonché nipote del boss Massimiliano Esposito “’o scognato, da pochi mesi passato tra le fila dei collaboratori di giustizia. È proprio l’ex ras del gruppo di via Di Niso, fornendo una lunga serie di informazioni in merito al tentato omicidio di Vincenzo Scodellaro, a tirare in ballo uno dei nuovi reggenti della mala pianurese: «Il giorno che decidemmo di andare da Scodellaro, mi recai a Pianura da Calone e gli rappresentai che dovevamo sparare a Scodellaro perché aveva picchiato Puglisi. Antonio Calone in persona ci diede appoggio dandoci due telefonini per comunicare tra noi e con Massimiliano». Sono dichiarazioni a dir poco scottanti, quelle che Aboumouslim ha messo a verbale il 26 marzo scorso davanti agli inquirenti della Dda di Napoli. Il neo pentito, infatti, come anticipato ieri dal “Roma”, non soltanto ha fornito i nomi di chi avrebbe materialmente preso parte al pestaggio poi degenerato in agguato l'11 settembre del 2020, ma ha anche rivelato un inedito retroscena in merito alla cosca che avrebbe favorito il raid voluto dagli Esposito.

Sul punto, l’ex ras ha tirato in ballo il capozona di Pianura, Antonio Calone, presunto esponente di punta del cartello di mala che negli ultimi mesi sta seminando il panico nel quartiere:«Antonio Calone in persona - ha spiegato - ci diede appoggio dandoci due telefonini per comunicare tra di noi e con Massimiliano, nonché fece venire con noi due ragazzi, tale Antony e Davide, che potrei riconoscere in foto, per l’aggressione a Scodellaro».

A sostegno della sua versione, Aboumouslim ha poi aggiunto un’ulteriore serie di circostanze verificatesi il giorno dell’incontro. Ferma restando la presunzione di innocenza fino a prova contraria per tutte le persone citate, ecco dunque quanto affermato dal pentito: «All’appuntamento con Calone mi recai con una Peugeot 3008 di colore scuro e con me ritornarono a Bagnoli Davide ed Antony. Ricordo che quel pomeriggio fummo fermati a bordo dell’autovettura dal commissariato di Bagnoli per un controllo». Nonostante questo piccolo intoppo il piano sanguinario andò comunque a buon fine e qualche ora più tardi Scodellaro venne ferito, per fortuna non in maniera fatale, da diversi colpi di pistola. Ricordando l’accaduto, l’ex ras del clan Esposito ha poi riferito un altro dettaglio, vale a dire il “fastidio” che il gruppo Troncone di Fuorigrotta, al quale Scodellaro era molto vicino sotto il profilo criminale, aveva provato una volta appreso del ferimento: «Quando ero detenuto e avevo il telefono che successivamente ho consegnato, parlai con Giuseppe Troncone, il quale in relazione al ferimento di Scodellaro si lamentò del fatto che nel ferire quest’ultimo avevamo mancato di rispetto al suo gruppo». Alla base dell’agguato, stando a quanto riferito da Aboumouslim, ci sarebbe stato un debito di 14mila euro che la vittima aveva contratto con la persona “sbagliata”, un uomo molto vicino al ras Massimiliano Esposito, il quale avrebbe a sua volta dato il placet all’agguato.

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