Tutte le novità
11 Novembre 2021 - 07:00
Verdetto favorevole per lo storico boss: le sentenze coprivano lo stesso arco temporale.Doppia condanna per mafia e droga, il giudice “annulla” quella a trent’anni
NAPOLI. Dopo anni di impenetrabile silenzio giudiziario, il capo indiscusso della camorra secondiglianese rompe gli indugi, torna a difendersi in aula e in pochi giorni arriva per lui il secondo verdetto favorevole. Sulla testa del boss Paolo Di Lauro, alias “Ciruzz ’o milionario”, pendono ad oggi sei condanne definitive, tra cui ben tre ergastoli, ma il giudice dell’esecuzione adesso ha stabilito che le due sentenze per associazione mafiosa e traffico di stupefacenti coprivano in realtà lo stesso arco temporale, vale a dire dagli anni Ottanta fino al 2001, è pertanto è stato disposto l’assorbimento della pena di 30 anni in quella di 28 anni. La scorsa settimana, invece, il tribunale aveva ordinato per Di Lauro l’isolamento diurno per la durata di dieci mesi, a fronte dei tre anni richiesti invece dalla Procura. In entrambi i pronunciamenti si sono rivelate determinanti le argomentazioni difensive del legale di Di Lauro, l’avvocato Giuseppe Perfetto, che adesso è riuscito a ottenere quello che di fatto può essere considerato come un vero e proprio annullamento.
Per la sua partecipazione con il ruolo di capo e promotore alla sanguinaria cosca di cupa dell’Arco “Ciruzz ’o milionario” ha infatti rimediato due condanne, rispettivamente a trenta e a ventotto anni di reclusione. Stando però a quanto sostenuto dalla difesa, la condotta criminale oggetto dei due procedimenti avrebbe in realtà coperto lo stesso periodo di tempo, cioè dall’omicidio La Monica - il delitto che ha determinato la definitiva ascesa di Paolo Di Lauro - fino alla vigilia della prima faida di Secondigliano e Scampia. Per questo motivo il giudice dell’esecuzione ha stabilito l’assorbimento della condanna più severa in quella minore. Sebbene il capostipite della cosca sia da tempo immemore recluso al 41 bis, la cosca secondiglianese sembra comunque dettare ancora legge in città e non solo. Il clan avrebbe in fatti oggi una vocazione più imprenditoriale e meno legata ai piccoli traffici di droga nonché alle estorsioni. In particolare i vertici dell’organizzazione con base nel Terzo mondo e a cupa dell’Arco avrebbero trovato un nuovo business nel contrabbando internazionale di tabacchi lavorati esteri, rilanciando contemporaneamente l’affare della contraffazione in tutto il mondo. Secondo la Dia, «il clan Di Lauro, seppure colpito negli ultimi anni da un’intensa attività giudiziaria, manterrebbe la sua autorevolezza e solidità economica attraverso ricorrenti rimodulazioni degli assetti interni».
Copyright @ - Nuovo Giornale Roma Società Cooperativa - Corso Garibaldi, 32 - Napoli - 80142 - Partita Iva 07406411210 - La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo - Il giornale aderisce alla FILE (Federazione Italiana Liberi Editori) e all'IAP (Istituto di autodisciplina pubblicitaria) Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo giornale può essere riprodotta con alcun mezzo e/o diffusa in alcun modo e a qualsiasi titolo