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Faida di Bagnoli, otto indagati: clan Esposito-Nappi all’angolo

Faida di Bagnoli, otto indagati: clan Esposito-Nappi all’angolo

Delitto Scodellaro, svolta dopo il pentimento del ras: «Siamo stati io e Diego Iuliano a sparare».Massacrato a colpi di mazza e gambizzato, il commando rischia il rinvio a giudizio

NAPOLI. Il gruppo di fuoco che il 4 settembre del 2020 ha prima massacrato a colpi di mazza e poi gambizzato Vincenzo Scodellaro è a un passo dall’individuazione. Dopo le ultime dirompenti rivelazioni fornite dall’ex estorsore Yuseff Aboumouslim, nipote del capoclan di Bagnoli Massimiliano Esposito “’o scognato”, la Procura ha disposto la c

Sul taccuino degli inquirenti della Dda partenopea sono così finiti il neo collaboratore di giustizia Yuseff Aboumouslim, 28 anni, Lucio Musella, 32 anni, Diego Iuliano, 37 anni, Michele Ortone, 21 anni, Gabriele Puglisi, 21 anni, Antony Junior Manuel Lopes, 22 anni, Gennaro Marrazzo, 45 anni, e Carlo Pulicati, 27 anni. Tutti devono a vario titolo rispondere del tentato omicidio di Vincenzo Scodellaro, commerciante e presunto capopiazza in passato ritenuto vicino al clan Troncone di Fuorigrotta. Il reato contestato dalla Procura è ovviamente aggravato dalla finalità mafiosa. L’inchiesta sul ferimento di Scodellaro è arrivata a un punto di svolta il 26 marzo scorso, quando Aboumouslim, interrogato dagli inquirenti della Dda, rende una lunga dichiarazione in merito al tentato omicidio di via Campegna.

Riferendo di quel grave fatto di sangue che l’ex ras degli Esposito ha svelato la nuova strategia criminale della cosca: «Le pistole le avevamo prese a Somma Vesuviana, erano del tipo in 3D, ossia costruite al computer e uguali a quelle vere, cioè di ferro. Il posto dove le andavamo a prendere era un capannone abbandonato. Non ricordo se nell’iPhone che mi avete sequestrato vi fossero due fotografie che riprendevano me e Bitonto all’interno del capannone che ora non so dire dove sia esattamente ubicato». Stando alla deposizione di Aboumouslim, gli Esposito avevano dunque trovato un nuovo canale per la fornitura di armi: qualcuno in grado di procurargli delle pistole perfette repliche delle originali e, ovviamente, funzionanti. Il tutto a costi e rischi giudiziari ovviamente ridotti rispetto ai canali tradizionali con l’Est Europa Aboumouslim ha però fornito indicazioni del tutto inedite anche in merito al grave ferimento di Scodellaro, che a suo dire sarebbe stato punito dal clan per non restituito una grossa cifra di denaro alla persona “sbagliata”: «L’aggressione - ha messo a verbale il super pentito - è nata per un debito di 14mila euro non onorato da Scodellaro nei confronti di tale Di Perna “Pisellino”.

Quest’ultimo per il recupero si rivolse a Luigi Bitonto (altro esponente di punta della mala flegrea, ndr) tramite Raffaele Dello Iacolo. Luigi Bitonto si rivolse quindi a Massimiliano Esposito». Il capoclan Esposito avrebbe quindi affidato il compito proprio al nipote Aboumouslim. Di lì a breve scattò il regolamento di conti: «Nella circostanza eravamo armati solo di pistole. Mentre veniva aggredito, Diego Iuliano cacciò la pistola e sparò a Scodellaro, a quel punto anch’io ho sparato a Scodellaro. Nella circostanza furono esplosi tre o quattro colpi e fu ferito di striscio anche Michele Ortone. Non abbiamo però più recuperato quei soldi, in quanto Scodellaro non ce li ha restituiti. Poi, un mese dopo, siamo stati arrestati». Da oggi i responsabili dell’agguato hanno forse anche un nome e un volto.

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