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16 Novembre 2021 - 17:04
«Parto da una constatazione: tra settembre e dicembre io ho tre film in sala di tre grandi autori campani (“Qui rido io" di Mario Martone, "Ariaferma" di Leonardo Di Costanzo e “È stata la mano di Dio" di Paolo Sorrentino, ndr), quindi mi sembra che il bilancio di questa città sia molto buono. Abito a Napoli e non saprei vivere da nessun altra parte, quindi amo profondamente questo terzo mondo». Così Toni Servillo ha commentato - in occasione della presentazione napoletana del film di Sorrentino - il reportage di “Le Figaro" che dipinge Napoli come «il terzo mondo d'Europa».
Dello stesso avviso Paolo Sorrentino che si è limitato a commentare: «Mi pare che Napoli si difenda benissimo da sola».
L'impietoso giudizio su Napoli era contenuto in un reportage del quotidiano francese “Le Figaro", pubblicato il 3 ottobre. L'inchiesta, uscita prima delle elezioni amministrative, descriveva una città «fatiscente e soffocata dai debiti, in attesa del suo salvatore», ossia Gaetano Manfredi e si soffermava sia sulle ombre che sulle luci della città. Tra le ombre, l'articolista ricordava la Galleria della Vittoria chiusa, la bonifica di Bagnoli mai decollata, trasporti pubblici in affanno, verde abbandonato e degrado urbano. Unica luce il polo tecnologico di San Giovanni a Teduccio, «terra desolata dove Apple ha creato nel 2016 un centro europeo di formazione per sviluppatori di app, l'Apple Academy al quale si sono aggregate altre nove aziende tecnologiche, un polo dal quale escono un migliaio di giovani ogni anno».
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