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Prepara le carte per il matrimonio, scopre che ha già un marito nigeriano

Prepara le carte per il matrimonio, scopre che ha già un marito nigeriano

Incredibile disavventura di una napoletana alla IV Municipalità. Dopo un anno il tribunale ha cancellato l'atto, ora dovrà pagare 5mila euro di spese processuali

NAPOLI. Organizzare il proprio matrimonio, progettare il futuro con la persona con cui si è scelto di condividere la propria vita e ritrovarsi, d’improvviso, catapultati in un vero e proprio incubo. Scoprire, per una pure casualità, di essere già sposati e per di più con uno sconosciuto.
Questa non è la trama di un film ma una storia vera che vede protagonista una donna napoletana che nel giorno in cui ha cercato di comprare casa con quello che a breve sarà il suo vero, futuro marito, ha scoperto che lei un marito ce l’aveva già. E quello che doveva essere il periodo più bello e felice della sua vita si è trasformato in un calvario. Dopo un anno è arrivata la cancellazione delle nozze fasulle, accompagnata da una beffa per lei: la ragazza dovrà infatti pagare circa 5mila euro di spese processuali. Soldi che, a detta dei giudici, dovrebbero essere rimborsati dal presunto finto marito nigeriano, al momento irreperibile.
 
LA STORIA. Maria (si tratta di un nome di fantasia in quanto la vicenda, al momento non si è ancora conclusa) decide di acquistare casa con il suo fidanzato, con il quale ha programmato di sposarsi a giugno di quest’anno. Bisogna tornare indietro di circa un anno. La banca chiede una residenza contestuale ad entrambi i ragazzi, un documento fondamentale per ottenere il nulla osta per il mutuo. Maria si reca nella sede della IV municipalità e lì l’amara scoperta: la ragazza viene a conoscere di essere già sposata, dal novembre del 2015. Una doccia fredda per lei: «In quel momento mi è crollato il mondo addosso - racconta - Immediatamente mi sono recata dalle forze dell’ordine che mi hanno consigliato di recarmi nella sede comunale di Gianturco, dove si trovano gli archivi documentali, e di verificare cosa risultava a mio carico».
 
LA SCOPERTA. Il giorno seguente la ragazza si reca a Gianturco dove si ritrova tra le mani un atto di matrimonio con una firma falsa. La giovane si guarda attorno allibita e, nonostante lo sconforto, decide di non mollare. Va in commissariato e presenta una regolare querela a carico di una persona ignota che, come emerso da ricostruzioni successive, si era spacciata per lei presentando un documento falso con informazioni evidentemente discordanti ,a partire dal numero civico della via di residenza fino ad arrivare a cose più banali come il colore di occhi e capelli e l’altezza.
 
IL PROCESSO. Maria decide così di rivolgersi ad un avvocato per riuscire a dimostrare in tutte le sedi l’inesistenza di quel matrimonio. Il lavoro è estenuante, certosino e tutta la documentazione viene raccolta con estrema scrupolosità. Bisogna dimostrare che quel giorno Maria non era sulla scena del presunto matrimonio ma che si trovava sul posto di lavoro. Vengono raccolte poi fatture e prenotazioni di ristoranti, fiori, vestiti inerenti il vero, futuro matrimonio. Tutto semplicemente per dimostrare che le nozze della ragazza non sono ancora state celebrate. Nonostante ciò, in prima istanza la richiesta di attestare l’inesistenza di questo presunto matrimonio viene bocciata. Maria, però, non si arrende e riprende la sua battaglia legale.
 
LETTERA AL SINDACO. «Quei mesi sono stati durissimi - spiega con la voce rotta dalla commozione - Ricordo che, contestualmente al processo, proseguivano i preparativi per il mio matrimonio ma nessun momento, posso dire, di averlo vissuto con gioia. Ogni cosa era strettamente legata ad una vicenda con la quale io non c’entravo nulla ma che, indirettamente, mi stava rovinando la vita». La ragazza chiama in causa anche il primo cittadino di Napoli, raccontandogli sommariamente il suo calvario. «Dopo aver scritto a de Magistris - aggiunge - ricordo che le cose sono nettamente cambiate e da parte sua c’è stata piena collaborazione».
 
LA SENTENZA. A inizio di questo mese, è giunta finalmente la sentenza del tribunale che ha riconosciuto l’assoluta inesistenza delle nozze. A quel punto, si è provveduto alla cancellazione dell’atto negli uffici comunali e finalmente per Maria è arrivato il tempo di dedicarsi alle sue vere nozze.
Ma nonostante tutto, la storia della giovane donna si può dir tutt’altro che a lieto fine. Il giudice infatti, dopo l’accertamento dell’inesistenza delle nozze finte, ha disposto anche che il presunto consorte della donna debba risarcirle le spese processuali. Un buco nell’acqua visto che al momento il nigeriano, che dai documenti risulta essere residente in  Portogallo, sembra essere un fantasma. «Si tratta di circa 5mila euro che secondo i giudici mi dovrebbe dare questo sconosciuto che è tutt’ora irreperibile - racconta - Finirò col dover sborsare io questa cifra per porre fine a questo calvario». Insomma una beffa dopo il danno alla quale però, almeno per ora, Maria non vuole pensare.
 
IL GIRO DEI FINTI MATRIMONI. Il caso della ragazza della IV Municipalità non è isolato. Nella stessa zona sono una ventina i casi accertati. Complessivamente, circa un migliaio in tutta la città. Sulla questione indaga la procura di Napoli che ha aperto un fascicolo sui reati contro la pubblica amministrazione. Gli inquirenti stanno cercando di fare chiarezza su questa ultima frontiera delle truffe ai danni dello Stato. Dato che si tratta di un fenomeno diffuso dietro al quale potrebbe esserci la “longa manus” di una regia sapiente ed organizzata, con strutture gerarchiche ben radicate e attente conoscitrici delle dinamiche legate alla stipulazione di matrimoni costruiti a tavolino.
nuar

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