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21 Novembre 2021 - 13:05
NAPOLI. «Ti faccio 24 paia di scarpe per senza niente. Basta che ti impegni per mio figlio». Così uno degli indagati nell’inchiesta per corruzione costata l’arresto mercoledì scorso a 14 persone chiese a Errico Spena, il deus ex machina della vicenda, un accordo sulla parola per aiutare un 22enne aspirante allievo carabiniere. Il poliziotto penitenziario accettò ma poi dovette rivolgersi a un maresciallo dell’Arma in pensione, deceduto nel corso dell’inchiesta, per la spinta necessaria all’arruolamento e infine a un sacerdote chiedendogli un “miracolo” perché era sorto un problema alla prova fisica. Ferma restando la presunzione d’innocenza di tutti fino a eventuale condanna definitiva, sono indagati per l’episodio Errico Spena, Salvatore Fedele (a piede libero), Paolo Fedele e Giovanni Ciriello, quest’ultimo con il ruolo di intermediario. Il reato si sarebbe consumato tra dicembre 2020 e maggio 21 attraverso conversazioni, telefonate e scambi di messaggi whatsapp intercettati dagli investigatori della squadra giudiziaria della polizia penitenziaria, autori dell’indagine con il coordinamento della procura di Napoli. Ecco alcuni passaggi alla base delle accuse formulate dai pm su cui ha concordato il giudice per le indagini preliminari.
Il 5 dicembre 2020 Giovanni Ciriello chiedeva a Spena, in relazione alle prove psico-attitudinali di Paolo Fedele, se ci poteva essere aiuto, ottenendo risposta affermativa. Ma quattro giorni dopo, intercettando una nuova conversazione whatsapp, gli inquirenti capirono di essere sulla strada giusta ascoltando una frase ritenuta più che interessante: «mi faccio dare un acconto, in modo che blocco anche il clienti».
Ciriello: “Buonasera, Enrì ma Natale non ce l’amma fa? Capisc a me”. Mi faccio dare un acconto, in modo che blocco anche il cliente
Spena: “???”
Ciriello: “Capisc”
Spena: “ne parliamo da vicino”.
Ciriello: “quando vuoi”.
Spena: “ok”.
Spena: “Poi ci aggiorniamo”.
Ciriello: “okok”.
Il 17 febbraio 2021 invece fu registrata da una microspia una conversazione tra Errico Spena, Salvatore Fedele (proprietario di una fabbrica di scarpe), il figlio Paolo e Giovanni Ciriello. Eccone alcuni passaggi.
Spena: “allora qualche paia di scarpe possiamo venire a vederle”.
Fedele padre: “non ci sono problemi…quando vuoi tu…basta…”.
Spena: “però non mi fare…Giovà…Peppe”.
Fedele padre: “ti faccio…ti…”.
Spena: “incomprensibile… quando vedevo a mia figlia… mannaggia la miseria…”.
Fedele padre: “ti faccio 24 paia di scarpe per senza niente…”
Spena: “però mi fai…incomprensibile…incomprensibile”.
Fedele padre: “basta che ti impegni per mio figlio…”.
Spena: “uagliò ti voglio bene non parlare ad alta voce…la settimana scorsa hanno arrestato uno di questi qua a Salerno”.
Fedele padre: “no ma noi la…non li mettiamo proprio niente in mezzo…non li mettiamo proprio in mezzo…”.
Il gip ha condiviso l’analisi del pm sull’insussistenza delle esigenze cautelari per i genitori dei ragazzi interessati a superare le prove concorsuali, i quali si sono prestati al meccanismo corruttivo per garantire ai figli ciò che desideravano per il proprio avvenire.
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