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31 Maggio 2017 - 10:25
L'"insospettabile" Pietro Pedone era già da tempo nel mirino dei carabinieri. Il boss dei "Capitoni" ora è un collaboratore di giustizia
NAPOLI. È stato identificato e arrestato il “curatore” della latitanza di Antonio Lo Russo, il boss dell’omonimo clan camorristico finiti nella lista dei latitanti più pericolosi e ricercato anche all’estero per associazione di tipo mafioso e associazione finalizzata al traffico di stupefacenti. Lo stesso boss, già condannato a vent'anni di carcere, che nell’aprile del 2010 riuscì di assistere a bordo campo all’incontro Napoli-Parma. La sua latitanza finì il 14 aprile di tre anni fa, quando i carabinieri del nucleo investigativo di Napoli e della compagnia Vomero lo individuarono e arrestarono a Nizza, in Francia, insieme al cugino Carlo. I carabinieri del nucleo investigativo di Napoli lo hanno tratto in arresto dando esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip di Napoli per favoreggiamento personale e possesso e fabbricazione di documenti falsi, aggravati da finalità mafiose. L’arresto è il frutto di indagini proseguite dopo la cattura del boss: durante le fasi dell’arresto di Lo Russo, infatti, i militari gli sequestrarono una carta identità su cui era stata apposta la fotografia del latitante e una patente di guida falsa, entrambi documenti intestati, appunto, a Pietro Pedone.
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